Imprese clan sul litorale, arresti Gdf. Sequestrati beni e attività commerciali, impegnati 200 uomini

Dalle prime luci dell’alba duecento Finanzieri del Comando Provinciale di Roma stanno eseguendo una vasta operazione nei confronti di un sodalizio di stampo mafioso, radicato sul litorale laziale. Arrestate sedici persone – accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso e trasferimento fraudolento di beni – e sequestrate 10 attività commerciali, tra cui uno dei lidi più in voga del litorale romano, per un valore complessivo di stima pari a oltre 6 milioni di euro. Le indagini – coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Capitale ed eseguite dalle Fiamme Gialle del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria e del II Gruppo Roma – hanno permesso di accertare come il clan Fasciani., emanazione del noto Fasciani Carmine (classe ’49), si fosse insinuato e radicato nell’economia legale della Città eterna, attraverso la costituzione – per il tramite di prestanome – di una serie di società operanti nel settore della ristorazione, della gestione di stabilimenti balneari, delle discoteche e della rivendita e noleggio di autovetture. In particolare, le evidenze investigative acquisite hanno messe in luce come negli ultimi due anni, i F. abbiano attuato la cd. “politica della mimetizzazione”, diretta a nascondere i reali proprietari delle attività commerciali e, soprattutto, a preservare i patrimoni illecitamente accumulati, frutto dei reati di usura, estorsione e traffico di stupefacenti, già, peraltro, accertati, in altri contesti investigativi, dalla stessa Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Grazie alla direzione di F. C., schermata da una pluralità di cc.dd. “teste di legno” – per lo più scevre da precedenti di polizia – si è assistito ad una vera e propria “espansione mafiosa”, attuata mediante la capillare acquisizione di importanti fette del mercato legale a danno degli imprenditori onesti, nei cui confronti veniva attuata una spietata concorrenza sleale. In alcuni casi è stata, poi, riscontrata la costituzione di vere e proprie “joint-ventures” tra esponenti di vertice del clan F. ed imprenditori romani, dirette a schermare la reale riconducibilità dei beni e dei capitali mafiosi attraverso complesse strutture societarie. Tra le forme di intestazione fittizia maggiormente utilizzate figurano le cc.dd. “S.r.l. semplificate”, più note come “S.r.l. ad 1 euro”, con le quali sono stati acquisiti i singoli rami d’azienda di alcune società sequestrate nel luglio 2013, svuotandole, di fatto, dei relativi patrimoni aziendali in maniera tale da mitigare, ovvero annullare, gli effetti dei precedenti provvedimenti ablativi.In questo modo i F. sono riusciti a mantenere il controllo di numerose attività imprenditoriali

Gli arrestati

Le ordinanze di custodia cautelare hanno colpito, oltre al capo clan Carmine Fasciani, anche sua moglie Silvia Franca Bartoli e le figlie Sabrina ed Azzurra(ai domiciliari), tutti già coinvolti nell’operazione ‘ alba nuova’ dell’estate scorsa . In cella anche Nicola Di Mauro, Davide e Fabio Talamoni, Fabrizio Sinceri, Daniele Mazzini, Valerio e Mirko Mazziotti, Francesco Palazzi, Gabriella Romani, Marzia Salvi, Marco D’Agostino e Kirill Luchkin. 

Società sequestrate.

I sigilli sono stati apposti alle società ‘Settesei’; ’Rapanui’; ‘Yogusto’; ‘Mpm’; ‘Dafa’; ‘Sand’, ‘Kars’ e alle ditte individuali di Mirko Mazziotti e Gabriella Romani.