Acqua. Provincia di Latina, Gallinaro Sel: “Ordini del giorno nei consigli comunali sulla riorganizzazione del servizio idrico integrato”

Beniamino Gallinaro coordinatore provinciale Sel Latina

«La volontà popolare espressa dai referendum del giugno 2011 va rispettata. Ecco perché Sel presenterà nelle amministrazioni comunali dove sono stati eletti i suoi rappresentanti l’ordine del giorno elaborato nel consiglio comunale aperto tenutosi a Ciampino sulla proposta di legge regionale sulla riorganizzazione del servizio idrico integrato»

Il coordinatore provinciale di Latina di Sinistra Ecologia e Libertà, Beniamino Gallinaro , interviene sull’atto licenziato nelle scorse settimane dalla Giunta regionale del Lazio, atto che insinua un dubbio sul processo di ripubblicizzazione del servizio idrico. Il tema del servizio idrico integrato è uno di quegli argomenti tra i più dibattuti in provincia di Latina e che assume contorni ancor più rilevanti in un momento in cui la società mista Acqualatina sembra essere giunta alle battute finali. «E’ il momento pertanto – è il commento del coordinamento provinciale di Sel, Gallinaro – di rimetterci in gioco sulla questione dei beni comuni, apportando contenuti ad una battaglia che non vuole essere solo ideologica. Il nostro partito ha espresso chiaramente la sua posizione sulle linee guida per la predisposizione di un disegno di legge in materia di servizio idrico integrato, approvate con deliberazione n. 40 del 28 gennaio 2014 ». Sinistra Ecologia e Libertà ha, infatti, voluto mettere in chiaro che la definizione della natura economica del servizio idrico integrato e la mancata indicazione, tra i soggetti gestori, dei soggetti di diritto pubblico vanno in direzione contraria rispetto a quanto stabilito dal referendum di giugno 2011, il quale sancì in maniera inequivocabile che l’acqua è un bene comune che deve essere gestito in maniera pubblica e partecipata e dalla stessa normativa europea, interpretando in maniera restrittiva le possibilità aperte dalla normativa risultante dal referendum stesso. Crediamo sia pertanto indispensabile prevedere che nella legge venga prevista la possibilità per i Comuni che intendono gestire in modo autonomo il servizio idrico di poterlo fare, anche tramite società speciali o similari, e magari prevedendo un periodo di sperimentazione. «Inoltre la definizione di un Ato unico regionale – ha aggiunto Gallinaro – ci appare sbagliata e poco rispondente alla necessità di garantire una gestione democratica e partecipata della risorsa idrica. Condividiamo la necessità di ripensare radicalmente gli Ato ed il loro funzionamento, ma questo non può essere fatto definendo un ambito unico regionale, che finirebbe per allontanare i luoghi della decisione,frustrando una grande domanda di cambiamento che vive nelle comunità locali». Come da tempo sostenuto da movimenti, gli Ato vanno ripensati e ridisegnati sulla base dei bacini idrografici anche alla luce della necessità di affrontare più efficacemente problematiche complesse che investono il ciclo idrico regionale, come ad esempio la presenza di arsenico. «E’ sulla base di questi rilievi che il nostro partito a livello regionale ha auspicato che nei prossimi passaggi consiliari, e nella fase di predisposizione del testo di legge, sia ricercata una maggiore condivisione e partecipazione dei cittadini, dei comitati e delle amministrazioni comunali, promotori della proposta di legge di iniziativa popolare n. 31- ha poi concluso il coordinatore provinciale di Sinistra, ecologia e Libertà – i cui contenuti rappresentano una indicazione fondamentale per una legge di riordino del servizio idrico integrato».