Nella legge prevista anche la facoltà, per la Regione Lazio, di costituirsi parte civile nei processi relativi a reati di violenza su donne o minori
di Claudio Pelagallo
Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato, con 28 voti favorevoli e 6 contrari, la proposta di legge numero 33 che definisce il “Riordino delle disposizioni per contrastare la violenza contro le donne in quanto basata sul genere e per la promozione di una cultura del rispetto dei diritti umani fondamentali e delle differenze tra uomo e donna”. Potenziare il sistema dei servizi a sostegno delle donne vittime di violenza; avviare un percorso di conoscenza e analisi del fenomeno attraverso l’istituzione di un Osservatorio regionale; coordinare tutti i soggetti (istituzionali e non) che operano nel settore attraverso una cabina di regia e la predisposizione di un Piano triennale di interventi; promuovere campagne di sensibilizzazione, progetti all’interno delle scuole, percorsi formativi per operatori. Il tutto attraverso l’istituzione di un apposito Fondo, con una dotazione di un milione di euro.
Questi, in estrema sintesi, gli elementi che caratterizzano la legge votata dall’Aula della Pisana. Prevista anche la facoltà, per la Regione, di costituirsi parte civile nei processi relativi a reati di violenza su donne o minori, destinando le somme percepite a titolo di risarcimento al perseguimento delle finalità della legge.
Potenziamento e diversificazione dei servizi
Oltre a potenziare la presenza di centri antiviolenza e case rifugio (strutture di primo livello, destinate ad accogliere donne che hanno subito violenza) su tutto il territorio
regionale e a rafforzare le reti locali, si introducono nuove tipologie di servizi:
case di semiautonomia (strutture di secondo livello, per donne che non si trovano in pericolo immediato o non hanno raggiunto piena autonomia al momento della
dimissione dal centro);
interventi volti a sostenere l’autonomia economica e psicologica delle vittime ai fini dell’inserimento lavorativo, anche attraverso forme di sostegno a iniziative
imprenditoriali;
percorsi specifici per agevolare i figli delle vittime di violenza nel diritto allo studio.Una volta entrata in vigore la legge, inoltre, la Regione potrà individuare, nell’ambito del proprio patrimonio, immobili da concedere in comodato d’uso a centri antiviolenza, case rifugio e case di semiautonomia. Si sostengono, infine, azioni di potenziamento della sicurezza diurna e notturna di luoghi pubblici “a rischio di violenza” attraverso sistemi di illuminazione e impiego di nuove tecnologie.
Conoscenza e analisi del fenomeno
Viene istituito, presso l’assessorato competente in materia, l’Osservatorio regionale sulle pari opportunità e la violenza sulle donne. Alla struttura viene attribuito il compito di provvedere alla rilevazione, all’analisi e al monitoraggio dei dati; svolgere indagini, studi e ricerche; elaborare proposte e progetti; promuovere la diffusione della cultura delle pari opportunità, del rispetto, della libertà e della dignità della donna.
Coordinamento degli interventi
Viene istituita, presso la presidenza della Giunta regionale, la Cabina di regia per la prevenzione e il contrasto alla violenza contro le donne. L’organismo si occuperà, in particolare, di coordinare gli interventi e le misure di prevenzione e contrasto alla violenza e di promuovere l’attivazione di una rete regionale antiviolenza di cui fanno parte istituzioni, enti pubblici e privati, reti locali e associazioni del settore. Sulla base delle proposte formulate dalla Cabina di regia e dei dati forniti dall’Osservatorio
la Giunta adotterà il Piano triennale attuativo degli interventi e delle misure per contrastare la violenza sulle donne, in cui verranno fissati gli obiettivi da perseguire,
individuati gli interventi da realizzare e ripartite le risorse.
Promozione di campagne di sensibilizzazione, progetti per le scuole, percorsi formativi per operatori, programmi per recupero delle “persone maltrattanti”. Si prevede la promozione di campagne di sensibilizzazione; campagne informative e percorsi formativi nel settore della comunicazione, dei media e dei new media; progetti all’interno delle scuole, anche rivolti a docenti e genitori. Ancora, si sostiene la formazione per operatori pubblici e del privato sociale e si promuove la formazione di agenti delle forze dell’ordine e di operatori sanitari del pronto soccorso. Promossi infine “programmi, anche all’interno delle carceri, per il recupero delle persone maltrattanti su indicazione degli organi giudiziari e/o dei servizi sociali competenti e a favore di coloro che li richiedano”.