L’Italia dei Valori allo sciopero generale proclamato dalla Cgil ci sarà. Sarà nelle 100 piazze insieme ai lavoratori perché questo sciopero indica una grande novità: non è uno sciopero di protesta politica legato solo a un evento, in questo caso la manovra finanziaria. E’ l’inizio di una lunga fase di conflitto sociale e ne è prova il fatto che sono già previste iniziative nelle principali città e fuori dai palazzi del potere. La stessa Fiom ha annunciato iniziative da metà settembre insieme al movimento dei precari e a tutte quelle associazioni e organizzazioni dei movimenti protagonisti della battaglia referendaria e oltre.
C’è una seconda novità che consiste nelle dichiarazioni fatte dalla segretaria generale Susanna Camusso fuori dal Senato qualche giorno fa per spiegare le ragioni dello sciopero: finalmente si tratta di un’astensione dal lavoro sostenuta da una piattaforma sindacale, cioè da richieste che hanno a che vedere con la condizione di lavoro e la condizione di vita sia dei giovani precari sia dei pensionati. E’ un sindacato che finalmente parla al mondo del lavoro e parla facendo il proprio mestiere. Questo indica che non si tratta di una protesta a se stante ma dell’inizio di un percorso sostenuto da una piattaforma. Un percorso che durerà nel tempo.
Terza questione: lo sciopero e le iniziative che la Fiom ha messo in campo quest’anno sulla difesa dei diritti fondamentali, a partire dalla difesa della Costituzione e dell’articolo 18 dello Statuto, contro gli accordi separati della Fiat, per la prima volta incrociano il senso comune delle persone che non sono sindacalizzate e che non seguono le dinamiche interne dei partiti e delle istituzioni. Non so dove vivano tanti rappresentanti delle istituzioni per non accorgersi come mi accorgo ogni giorno, andando al supermercato, dal barbiere, negli ospedali e dappertutto, che non c’è una sola persona normale, anche molto moderata, molto tranquilla, molto perbene che non sia furibonda per l’ingiustizia sociale di ciò che sta accadendo. C’è un pericolo vero in questo sentire comune, c’è un giudizio sprezzante sulla politica, il giudizio che appiattisce la politica in un unico deprecabile soggetto. Lo sciopero generale, che proseguirà in varie e articolate azioni coordinate con ciò che faranno le associazioni e i movimenti permetterà alla gente di distinguere, di creare quella che io chiamo “fase di cambiamento”: il far sì che a un’indignazione generale contro l’ingiustizia sociale e al conflitto che si apre per questo, corrisponda un’offerta politica di cambiamento nelle persone e nei contenuti.
Noi pensiamo che l’IdV sia parte di un processo politico e ci auguriamo che le battaglie nelle istituzioni entrino in contatto con le battaglie fuori di esso, in contatto con il conflitto, perché solo collegando battaglia istituzionale e battaglia sociale generi il fenomeno del cambiamento. E solo così si può contrastare il camaleontismo di chi vorrebbe mandare a casa Berlusconi per poter proseguire meglio questa politica insopportabile.
Dott. Roberto Alicandri
Capogruppo Italia dei Valori