I residenti, lo ricordiamo, hanno promosso un’azione legale contro la realizzazione della nuova struttura poiché avrebbe comportato una diminuzione del valore dei loro immobili
di Elisabetta Bonanni
L’avvocato Vincenzo Sabatino, interviene sulla polemica legata allo Stabilimento balneare Belvedere di Nettuno e al parere, a quanto pare tardivo delle Belle Arti, che ad oltre un anno dalla realizzazione del nuovo progetto, di fatto lo boccia. “Non è vero – spiega – che sulla vicenda ci sia stata una pronuncia del Tar (Tribunale amministrativo regionale) del Lazio. Il giudizio promosso innanzi al Tribunale, anche dallo scrivente, è tutt’ora pendente ed è stato rinviato a causa dell’astensione proclamata dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura. Alcuni proprietari di unità immobiliari poste nelle immediate vicinanze dello Stabilimento Belvedere, tra cui lo scrivente, sentendosi danneggiati dalla realizzazione della struttura, promuovevano anche azione cautelare (la cosiddetta denunzia di nuova opera) presso il Tribunale civile di Velletri sezione distaccata di Anzio. La causa – spiega ancora l’avvocato – veniva assegnata al giudice Durante che accertava unicamente la rispondenza dell’opera realizzata al progetto approvato ed eventuali violazioni di distanze tra fabbricati. Non altro. Non era infatti nella competenza del giudice civile adito dichiarare la legittimità del permesso a costruire rilasciato”. “Ritornando all’unico provvedimento emesso a chiusura dell’azione promossa innanzi al Tribunale – aggiunge l’avvocato Sabatini il giudice stabiliva chela realizzazione dell’opera aveva comportato in ogni caso una diminuzione del valore di alcuni appartamenti di proprietà di alcuni ricorrenti. Allo stato dei fatti, quindi – conclude Sabatini – nessuna pronuncia del Tar è intervenuta ma unicamente una ordinanza relativa ad una azione cautelare iniziata presso il locale Tribunale. Ordinanza nella quale viene unicamente stabilita la rispondenza dell’opera realizzata al progetto approvato, ma nulla si dice circa la legittimità dell’operato degli Uffici comunali e delle autorizzazione concesse”. Sulla complessa vicenda è ancora da scrivere la parola fine.