Il comitato per la Tutela della Villa di Nerone torna a chiedere un tavolo di confronto all’amministrazione. L’accusa: “C’era un ordine del giorno. Impegni disattesi”
Di nuovo sono tornati a chiedere la convocazione di una conferenza dei servizi per far luce sui lavori all’antico porto neroniano. Nei giorni scorsi la direzione regionale Ambiente Lazio aveva fatto chiudere il cantiere predisponendo gli atti necessari alla rescissione del contratto con la ditta Icem, appaltatrice dei lavori, colpita da un’interdittiva antimafia emessa dalla procura di Latina nel mese di novembre. Oggi i portavoce del Comitato “Tutela della Villa e Grotte di Nerone” – nato a luglio del 2013 – sono tornati all’attacco e scrivono al sindaco di Anzio Luciano Bruschini e all’assessore Sebastiano Attoni chiedendo il rispetto degli impegni presi dall’amministrazione, non ancora mantenuti. A settembre scorso infatti, il consiglio comunale aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno con una serie di proposte avanzate dal comitato, per la tutela dell’area imperiale. Prima ancora erano state raccolte 1200 firme e avviata un’opera di sensibilizzazione e informazione con i cittadini. Erano seguiti una serie di incontri, dove il sindaco aveva garantito di fornire documenti e atti legati al progetto del molo in cemento realizzato a protezione dell’antico porto neroniano. A dicembre 2013 un nuovo incontro tra i portavoce del Comitato e i consiglieri delle commissioni consiliari Politiche del Territorio e Lavori Pubblici, durante il quale, come spiegano Silvia Bonaventura, Francesco Silvia e Chiara Di Fede, “l’assessore Sebastiano Attoni si era impegnato personalmente a convocare entro fine gennaio 2014 una conferenza dei servizi, con Comune, Regione e Soprintendenza, al fine di chiarire la necessità del molo e dare ragione delle perplessità sollevate dal Comitato, nonché a fornire tutta la documentazione circa l’opera in oggetto, compreso il verbale della suddetta audizione. Ad oggi tutti gli impegni sono stati ampiamente disattesi – accusano i portavoce – Torniamo a chiedere la convocazione di un tavolo di confronto per chiarire il destino dell’area ormai irrimediabilmente compromessa”.