Non chiamatelo buco. Il Comune è “sano” e i 17 milioni di euro non riscossi sulla Tarsu dal 2006 al 2013 – per i quali è stato convocato il consiglio comunale ad Anzio ieri pomeriggio – “sono un fatto normale, fisiologico di tutte le amministrazioni”. Lo ha detto il vicesindaco Giorgio Zucchini al momento di affrontare il punto all’ordine del giorno che era stato richiesto dall’opposizione, sulla “situazione finanziaria contabile relativa alla tassa rifiuti”. Un consiglio iniziato con le classiche due ore e più dedicate alle interrogazioni, la convalida dell’elezione del consigliere comunale Umberto Succi, tra le file di Forza Italia, primo dei non eletti alle consultazioni di maggio, e il ritorno alla presidenza del consiglio comunale di Sergio Borrelli, dopo la nomina di Patrizio Placidi come assessore all’Ambiente. “La notizia dei 17 milioni di euro è stata mal interpretata – ha aperto il dibattito Zucchini – Un buco è costituito da spese non coperte. Nel nostro caso si tratta di residui attivi e passivi, che esistono in tutte le amministrazioni. Fino al 2004 eravamo in regime Tarsu e si faceva ricorso allo strumento del ruolo, che permetteva di non gravare sui cittadini per le cifre non riscosse. Con il passaggio alla Tia il servizio ha iniziato ad essere finanziato solo dall’entrata della tariffa. Nel 2005 l’amministrazione ha fatto l’errore di non attivare il fondo rischi e una parte della percentuale non riscossa è andata persa, per un importo attorno al 15%”. Poi ha lanciato una provocazione: “Se il consiglio è d’accordo posso dare lettura di tutti i contribuenti che nel 2005 non hanno pagato la tassa sui rifiuti. I residui attivi – ha garantito Zucchini – sono in mano a Equitalia che li sta riscuotendo in un arco di dieci anni”. I nomi non sono stati letti, ma i numeri sì, con gli importi accertati, incassati, i residui e le percentuali di incasso dal 2005 al 2013. Si va da una percentuale dell’82,81% del 2005 (con un residuo di 1 milione430, e 6 milioni incassati su un totale di circa 8 milioni), al 58% di incasso relativo al 2013. “Dal 2005 al 2012 la percentuale media finale si attesta sull’85% e il dato non è basso. Ci sono, è vero, difficoltà per l’ente – ha ammesso Zucchini – se avessimo più personale a disposizione si potrebbero accorciare i tempi per la verifica, anche mettendo in atto forme di ravvedimento bonario”. E’ stato Danilo Fontana (Lista De Angelis) a questo punto a intervenire. “Dove abbiamo preso allora i soldi in questi anni per pagare le aziende che effettuano il servizio? Abbiamo utilizzato anticipazioni di cassa?”. “Si pagano con la cassa”, è stata la risposta di Zucchini. Di percentuali “fuorvianti” ha parlato Candido De Angelis: “E’ fuorviante dire che stiamo nella media nazionale quanto a percentuali di incasso. Bolzano si attesta al 90%, al sud siamo al 40%. In Sicilia c’è un debito di 1 miliardo e mezzo. Lo stesso accade nel Lazio dove alcuni settori della riscossione sono al collasso. Un’amministrazione seria avrebbe attuato il fermo macchina, per capire il motivo per cui il 15% dei cittadini non paga. Dieci anni a disposizione non li abbiamo. I soldi risparmiati con la discarica – ha continuato De Angelis – ve li siete spesi e sono stati pagati dai cittadini. Il problema dei residui è serio, si rischia il collasso. Ogni euro che esce dal Comune deve avere una copertura di cassa, e la copertura di cassa non c’è. Dopo un anno ancora non ci viene detto quanto ci costa la differenziata. Perché l’amministrazione, a fronte di questi numeri, non ha attivato procedure di recupero sugli evasori, stando attenta a spendere? Una percentuale di incasso del 60%, come quella del 2013, è da profondo sud. La macchina avrebbe dovuto essere fermata”.