BRUXELLES – Oltre 90 mila firme di cittadini europei in meno di una settimana e l’appoggio di 4 dei 5 candidati alla Presidenza della Commissione Ue. Con questi dati parte oggi ufficialmente la campagna ‘Restarting the Future’ (www.restartingthefuture.eu) che chiede ai candidati alle prossime elezioni Ue del 22-25 maggio un impegno diretto contro la corruzione, la mafia e la criminalità organizzata. Tra i primi a sottoscrivere la petizione, lanciata da Libera e Gruppo Abele in cooperazione con Avviso Pubblico, Mafia Nein Danke, Libera France, Anticor e Coordination Eau ×le-de-France, sono stati il socialista Martin Schulz, Alexis Tsipras per la sinistra unitaria e José Bovéper i verdi.
“Se eletto, mi impegno a promuovere non solo una cultura di lotta al crimine organizzato e alla corruzione, ma anche a proteggere chi ha il coraggio di denunciare“, ha scritto Schulz, accompagnando la sua firma. Per Tsipras “le mafie ed il crimine organizzato sono un’ipoteca sul futuro, una zavorra che insieme alla corruzione mina le fondamenta di una società democratica”, per Bové si tratta di “un cancro per la democrazia”. Il primo afferma che “un’Europa libera dalle mafie è possibile solo costruendo un’Ue più giusta e del lavoro, che combatta i paradisi fiscali e i sistemi di riciclaggio“, un punto sottolineato anche dal candidato dei Verdi che aggiunge inoltre la necessità “di rafforzare la trasparenza e di lottare contro il traffico di esseri umani, sigarette, rifiuti e armi”. Firmando la petizione, ogni candidato, se eletto a Strasburgo, si impegna a ricreare la Commissione speciale Crim, sul crimine organizzato, la corruzione ed il riciclaggio di denaro sporco, a chiedere alla Commissione
Ue una normativa per la protezione degli informatori e ad istituire il 21 marzo come giornata europea delle vittime della criminalità organizzata e delle mafie. Secondo un recente eurobarometro il 26% degli europei ritiene che è lecito elargire favori ai funzionari pubblici in cambio di qualcosa. Il 56% dei cittadini Ue ritiene che la corruzione è aumentata negli ultimi 3 anni, con punte del 77% in Spagna, 76% in Slovenia e Repubblica Ceca e 74% in Italia. La corruzione costa ogni anno 120 miliardi di euro all’economia della Ue, circa l’1% del Pil comunitario, mentre un altro 4-5% viene drenato dalle 3.500 organizzazioni criminali attive nel territorio dei 28 Stati membri.