Al caso non è stata applicata la legge Brunetta che prevede l’interdizione perpetua dai pubblici uffici
E’ stata confermata la condanna dell’ex comandante dei vigili urbani di Anzio Bartolomeo Schioppa, coinvolto in un caso di corruzione quando era in servizio a Ravenna. Verbali, lettere protocollate e ricorsi insieme a dei procedimenti disciplinari già presi raccontano la storia lavorativa di Schioppa mentre l’amministrazione neroniana non sa che pesci prendere per decidere il da farsi sul destino lavorativo del dirigente (a quanto pare relegato in un ufficio a basso impatto in attesa di decisioni). Ma ripercorriamo la vicenda. Nel 2010 Franco Pusceddu, ex direttore generale del Comune di Anzio, assegna l’incarico di comandante del corpo dei vigili urbani a Schioppa. Al momento dell’assunzione l’amministrazione neroniana non Sè a conoscenza del fatto che su Schioppa già dal 2009 pendeva una condanna per truffa e falso in primo grado. Secondo un’indagine della Guardia di Finanza, quando era comandante a Ravenna aveva beneficiato di acquisti di favore di auto e pezzi di ricambio dai concessionari che fornivano i veicoli al corpo della municipale. A febbraio dello scorso anno, nonostante i ricorsi in appello e in Cassazione, Schioppa è stato condannato in via definitiva a due anni e otto mesi di reclusione per corruzione. A quel punto anche il Comune di Anzio lo rimuove dall’incarico e lo sposta in un altro ufficio. Il 6 maggio del 2013 si è messo in moto l’ufficio provvedimenti disciplinari per aprire «il procedimento a carico del dirigente, e lo stesso veniva convocato per il contradditorio». La valutazione dell’ufficio disciplinare conclude che il «dottor Schioppa può riprendere regolarmente servizio». L’amministrazione, collocando i reati in data antecedente (risalgono a prima del 2005) alla riforma della pubblica amministrazione del 2009, stabilisce «che al caso de quo non può essere applicata la legge Brunetta, entrata in vigore diversi anni dopo la commissione dei fatti» e che prevede il licenziamento in presenza di una condanna penale definitiva, in relazione alla quale è prevista l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Invece la normativa applicabile al caso secondo la giunta Bruschini è quella del 2001, in base alla quale «il licenziamento deve essere disposto solo a seguito di una condanna per un periodo superiore a tre anni». Con “soli”, due anni e otto mesi per corruzione Schioppa può restare al suo posto. Non solo. Il sindacato Ugl il 21 novembre scorso ha nominato Schioppa dirigente sindacale nazionale e componente del coordinamento Polizia Locale. In virtù della nomina, si legge nell’atto del sindacato, «allo stesso spettano le prerogative previste dalle norme vigenti in materia sindacale»: distacchi e permessi pagati. Dai cittadini di Anzio. Schioppa, dopo una sospensione, è tornato al suo posto, ma in seguito alla condanna, non potendo ricoprire ruoli di vigilanza e gestione, per lui è stata creata una carica ad hoc con compiti di analisi e studio di norme e regolamenti locali.