Gent.le direttore
“Il softair è un’attività ludico-ricreativa di squadra basata sulla simulazione di tattiche militari” (da Wikipedia).
Si può dire che la pratica del softair è qualcosa di brutto? No, non si può dire. Perchè se no qualcuno comincia: ‘Sei un moralista, moralizzatore, prevenuto, ipocrita, eccetera; oppure ‘Cosa c’è di male nel divertirsi all’aria aperta con un gruppo di amici, non fai del male a nessuno, è un gioco’, eccetera; oppure ‘E’ come giocare con le pistole ad acqua, non ci giocavi con le pistole ad acqua tu? Non ci giocavi a guardie e ladri?’ eccetera;
Allora siccome non si può dire per i motivi di cui sopra che il softair è terribile (aberrante, mi verrebbe da dire, ma non si può dire). Tutto dipende da dove posizioni l’asticella, dice qualcuno, dove cioè metti il confine tra ciò che è sana competizione, sano agonismo, gioco delle parti, sport da una parte e attività simil bellica – guerrafondaia dall’altra. Io l’asticella di solito la metto molto in basso, che sono uno che patisce i conflitti a qualsiasi livello. E’ un problema mio; ma con la storia dell’asticella l’imitazione innocua, il gioco di guerra potrebbe arrivare, perchè no, a mimare la tortura, lo stupro, la fucilazione, i bambini soldato: “che male c’è, è per finta, poi nessuno si fa male davvero“. Ma non è certo ne educativo ne civile mimare azioni violente. Per me la guerra resta una cosa terribile, e non mi verrebbe di giocare e rilassarmi con una cosa terribile (i miei nonni me l’hanno sempre descritta così). E mi stupisco se un consigliere comunale pretende di inserire il softair nelle manifestazioni sportive sponsorizzate dal Comune.
Davide Sassi