Non ha il conto corrente. Il ritiro della pensione può attendere

Un pensionato di Anzio si vede negare la pensione prima del 7 giugno, perché privo di un conto corrente

Cinquecento euro al mese. Con la pensione ci vive, ma non può ritirarla fino al 7 giugno, perché non dispone di un conto corrente. A raccontare la sua storia è un pensionato di Anzio, che con difficoltà arriva a fine mese. “Io ritiro la pensione di 499 euro al mese nell’ufficio postale di Anzio Centro e a fine mese arrivo sempre a ‘secco’! Il 3 giugno mi sono recato allo sportello delle Poste per ritirare la pensione e mi sono sentito dire ‘Spiacente a lei la diamo il 7 giugno’. La cosa mi ha fatto sobbalzare perché alla richiesta di spiegazioni mi è stato detto che loro hanno un calendario che funziona in base alla lettera del cognome! Ovviamente mi sono infuriato, in primis perché avevo bisogno dei soldi miei, e poi perché l’Inps mi dice che loro l’accredito delle pensioni lo fanno puntualmente ogni primo del mese. Ho chiesto di parlare con il direttore, il quale ha confermato quanto detto dall’operatore allo sportello”. Il signore protesta ma il direttore, come continua a raccontare il pensionato, risponde che si tratta di un regolamento di Poste Italiane. “Rispondo che è un abuso perché certe norme o esistono per legge o vanno concordate tra le parti e io non ho mai aderito a ciò; inoltre nessuno mi ha comunicato l’esistenza di questo “regolamento”. A quel punto il Direttore mi ha detto che per stavolta, vista l’urgenza, mi avrebbe dato i soldi, ma il prossimo mese non me li concederanno più. Ho detto che avrei protestato e mi è stato risposto ‘Vada dove vuole, le regole le ha fatte Poste Italiane e vanno rispettate. Se vuole disporre della pensione fin dal primo del mese si faccia fare dall’Inps l’accredito sul un conto.  Ma io non ho nessun conto – prosegue – non posso tenere un conto aperto con le spese che comporta per 499 euro al mese. Mi hanno pagato ed è finita lì. Non si tratta solo del caso singolo, ma sono più di 15 milioni i pensionati con meno di 800 euro al mese e la maggior parte non hanno conti correnti, perché comportano costi che tali pensioni non possono ragionevolmente sopportare, quindi vanno con il certificato Inps alla Posta e ritirano la pensione. Se il direttore per stavolta ha disposto di pagare, significa che il pagamento infine è affidato alla sua discrezione, quindi la regola vale a giudizio del direttore, il quale può dare i soldi e può negarli e magari non si può pagare la bolletta del gas che scade. Ritengo si tratti di un ricatto – denuncia il signore – dato che se voglio i soldi in tempo legittimo, devo aprire un conto con le Poste. Tale regolamentoè funzionale all’interesse di far aprire nuovi conti correnti ai poveri pensionati”.