“La forte mareggiata della notte scorsa ha causato seri danni alle strutture balneari del litorale laziale, in questo periodo in piena attività. Occorre da una parte salvaguardare le attività economiche legate al turismo balneare dall’altra è urgente e necessario adottare strategie nuove che permettano di contrastare l’erosione delle spiagge”. E’ quanto dichiarano da Sel Lazio, fornendo i dati sulla situazione del Lazio e dei suoi 220 Km di costa sabbiosa, 103 dei quali soggetti ad erosione. Dai dati della Regione Lazio il trend di perdita di superficie spiaggia rilevato tra il 1944 ed il 2011 risulta lineare, e pari al 2,5 l’anno, anche se negli ultimi anni c’è stato un leggero accrescimento dovuto ai massicci ripascimenti di sabbia. “Occorre anche tener conto della reale ampiezza della spiagge in quanto molte di esse sono molto poco resilienti come per esempio quelle di Ladispoli, Anzio, Nettuno, Latina, Sabaudia, Formia – continuano da Sel – essendo fragili risentono fortemente della forza d’urto delle onde. Molti degli interventi di ricostruzione delle spiagge sono considerati ormai di manutenzione ordinaria con costi elevatissimi per le casse delle Regione. Lungo la linea di costa è un corso un grave squilibrio ambientale. Tale processo è causato sia da fenomeni naturali quali l’innalzamento del mare ma principalmente dall’antropizzazione delle coste ad opera dell’uomo (moli, imbrigliamento di canali e fiumi, disboscamento, cementificazione delle coste, opere marittime e grandi porti, con la variazione del trasporto solido dei corsi d’acqua con il prelievo di sabbia dai fiumi. E’ necessario combattere l’erosione soprattutto ricostruendo l’equilibrio dinamico delle coste anche con la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua e dei litorali e contrastando l’avanzata del cemento e impedendo con ogni mezzo la distruzione delle dune e della vegetazione litoranea”.