Anzio- “Fateci lavorare”. In una petizione l’appello per riaprire il chiosco

“Se vuoi un buon caffè da gustare in questo chiosco, aiutaci firmando questa petizione”. E’ il cartello appeso al chiosco che si trova in largo Caboto, ad Anzio, località Lido Garda. Sull’attività gestita da Umberto Muneroni e sua moglie è nato un caso, dopo che l’amministrazione comunale ha revocato l’autorizzazione alla somministrazione per il chiosco edicola che fino a poco fa era anche bar. Una serie di contestazioni burocratiche impediscono ai due coniugi – una coppia in difficoltà economiche con un figlio autistico e rimasta senza casa – di lavorare. Alla struttura di Anzio Colonia, di cui è proprietaria Stefania Trippa, è stata contestata la destinazione d’uso e nei giorni scorsi, la polizia municipale si è presentata al chioschetto per l’elezione del domicilio dei gestori, contestando il fatto che nonostante l’ordinanza venisse ancora effettuata la somministrazione. “Ci è stata fatta una contestazione – dice Umberto – solo per il fatto che ci fosse la macchina del caffè sul bancone, che in realtà era spenta e priva dei braccetti per l’utilizzo. Ci viene negato il diritto al lavoro. Credo che abbiamo il diritto di vivere In un paese che rispetti e premi il lavoro, le imprese, la capacita di rischio e non punisca, avvilisca e impaurisca. Non credo di chiedere troppo se non di vivere in un paese dove la Politica sia una buona politica e si faccia rispettare e stimare per le scelte che compie e per quanto sa realizzare”. In questi giorni per sensibilizzare il sindaco, è stata promossa una petizione, con la richiesta di cambio di destinazione d’uso del chiosco.

I due gestori sono disperati, sono sommersi dai debiti, devono occuparsi di un figlio autistico, hanno bisogno di lavorare. “Egregio signor sindaco – si legge nella petizione – sono Stefania Trippa, titolare dell’attività commerciale relativa al chiosco di largo Caboto, già autorizzato all’esercizio di edicola stagionale. Come certamente le è noto, la crisi che ha colpito il settore dell’editoria nazionale, coinvolge pesantemente anche la distribuzione dei prodotti cartacei e, di conseguenza, le edicole. Stretti tra il calo delle vendite e l’aumento dei costi di gestione, i titolari sono indotti, in grande parte, a dismettere l’attività.  La nostra città, negli ultimi 10 anni, ha registrato un incremento del 33% della popolazione, pari a circa 17000 abitanti;  l’area dove è collocato il mio chiosco si trova in una zona, il lungomare della via Ardeatina,  nelle immediate vicinanze  di tre alberghi,  diverse scuole e  non distante dalla stazione ferroviaria di Anzio Colonia. Il lungomare, in particolare, in fase di rifacimento dei marciapiedi e della pista ciclabile, in quel tratto  è sprovvisto di  bar o altre attività commerciali  che possano fornire un servizio di ristoro ai numerosi villeggianti  e agli sportivi che lo frequentano. Da questi presupposti nasce la richiesta di poter utilizzare il mio chiosco anche per l’attività commerciale di somministrazione e vendita di prodotti alimentari. E’ l’unica possibilità, a mio modesto avviso, per soddisfare la duplice esigenza di favorire un’attività imprenditoriale, nella sua forma più semplice dell’auto-impiego,  e di rendere un miglior servizio ai cittadini. A supporto della mia richiesta riceverà, nei prossimi giorni, le firme dei concittadini, che sto raccogliendo, e che intendono incoraggiare e sostenere la mia iniziativa”.