L’opera, che versa in stato di totale abbandono, fino ad oggi è costata un milione di euro
Orto Botanico, un’opera rimasta appesa, travolta da un iter decennale fatto di gare, lavori, varianti e annunci di apertura rimasti sulla carta. Quel che resta, oggi, del progetto che sarebbe dovuto sorgere nell’area archeologica del Vallo Volsco, ad Anzio, è un cumulo di sterpaglie ed erbacce. Un quadro desolante, che parla di abbandono e spreco di denaro pubblico, che continua a essere oggetto delle segnalazioni dei cittadini senza avere risposte dalle istituzioni. E’ l’associazione Anziodiva a portare di nuovo all’attenzione la situazione, con delle foto che testimoniano, nella zona di Santa Teresa, lo stato di abbandono in cui si trova il luogo dal lontano anno 2004. “L’opera è costata circa 1.000.000 di euro, e ad oggi il vallo volsco è ancora in questa condizione, peggio di quando sono iniziati i lavori. Vorremmo avere risposte scritte in merito – dicono gli esponenti dell’associazione che hanno protocollato la richiesta al sindaco Luciano Bruschini. Sulle sorti dell’orto botanico, quasi dieci anni sono passati dal primo contratto d’appalto, aveva chiesto chiarezza nei mesi scorsi il consigliere comunale del Movimento 5Stelle, Cristoforo Tontini, portando la questione in consiglio comunale anche all’attenzione dell’architetto responsabile unico del procedimento Davide Costaioli.
La prima bozza del progetto di un orto botanico mediterraneo, risale all’amministrazione De Angelis, nel 2004. L’anno successivo un primo finanziamento regionale di 650mila euro e nel 2006 l’affidamento dell’appalto per i lavori alla ditta Edil Restauri di Napoli, per un importo di 3.881.559 euro. La ricostruzione della storia arriva poi al 2007, con una variante in corso d’opera per indagini archeologiche dovute alla riscoperta di ipogei scavati nel costone di macco, mentre nel 2008 arriva il rilascio del certificato di regolare esecuzione. “Nelle more e soltanto 9 mesi dopo la fine dei lavori – aveva ricordato il consigliere – il sindaco Bruschini in occasione degli auguri di buon anno 2009 annunciava l’immediata apertura del nuovo sito orto botanico, poi mai avvenuta e completamente abbandonato per 5 anni”. Nel 2012 sono stati approvati i lavori di estensione dell’orto per un totale di 300mila euro, con un nuovo contratto d’appalto e una nuova ditta, la Ati srl. Si arriva, a fatica, a settembre 2013 con l’apertura del cantiere fermo dal 2008, e un’ulteriore perizia di variante tre mesi dopo, per intervenire contro il degrado delle opere e del verde compromesso. “I lavori non sono mai stati finiti – dice Tontini – sono fuori dai termini contrattuali e non c’è una data prevedibile per la consegna dell’opera. Vorrei sapere quale tipo di opera a fronte di un milione di euro spesi, questa amministrazione consegnerà alla città e nella fattispecie, un orto frutteto, un orto botanico, un parco pubblico ornamentato, un sito archeologico riqualificato. Quando è prevista la fine dei lavori e la consegna dopo 8 anni dal primo contratto d’appalto? Qual è stata la ragione della mancata apertura dell’orto botanico annunciata nel 2008, e della mancata manutenzione delle opere finite del primo appalto e abbandonate all’incuria più totale per oltre sei anni? Vorrei sapere, inoltre, a quale assessorato è imputabile l’omessa custodia e manutenzione che ha causato una maggiorazione di spesa di 28mila euro a totale carico della cittadinanza, e quali opere cautelative per la messa in sicurezza del costone sovrastante la vecchia cava si stanno adottando per la salvaguardia e la futura pubblica fruizione”.