Diecimila provette entro fine anno. Le ha richieste l’Organizzazione Mondiale perla Sanitàalla GlaxoSmithKline, il colosso farmaceutico che quest’anno ha acquistato per 250 milioni di euro l’italiana Okairos, sviluppatrice del brevetto del vaccino. Il valore della fornitura e il nome ufficiale non vengono diffusi, ma quello che colpisce è la velocità con la quale si sta puntando sul vaccino italiano di Pomezia. “In pochi giorni dalla richiestala Foodand drug administration americana ha dato il via libera alla sperimentazione su volontari umani, che è già in corso anche nelle zone colpite, dopo che ha funzionato al 100% sulle scimmie in laboratorio – ha detto Piero Di Lorenzo, presidente dell’Irbm Science Park di Pomezia, che con Okairos ha fondato una joint venture per lo sviluppo e la produzione del vaccino, che verrà tutto dai laboratori italiani. Il merito della scoperta è da attribuire al biologo italiano Riccardo Cortese, fondatore di Okairos. “Cortese iniziò sette anni fa e per sviluppare il metodo scelse di lavorare con l’Ebola, perché già considerato il più ostico da combattere”, spiega Di Lorenzo a margine di una presentazione della British American Tobacco, con la quale Irbm sta collaborando nella ricerca per i liquidi delle sigarette elettroniche. La produzione in larga scala sarà realizzata tutta a Pomezia, presso Irbm Science Park di Pomezia, lo stabilimento in cui il farmaco ‘Chad3Ebola-Zaire’ viene prodotto. Maggiore sarà l’investimento sui macchinari, perché le lavorazioni sono altamente automatizzate. “Tutto avviene secondo le pratiche Gmp (Good manufacturing practices), ma la partecipazione umana rimane rilevante e complessa: le procedure sia di ingresso sia di uscita dalle linea di produzione durano un’ora” aggiunge il presidente dell’Irbm. “Al momento non mi risulta che nel mondo siano disponibili altri prodotti simili. Siamo gli unici in grado di produrlo” conclude Di Lorenzo. Il vaccino ha funzionato al 100% in laboratorio, con la sperimentazione sulle scimmie ed ora sarebbe già arrivato nei paesi colpiti dall’epidemia di Ebola per essere testato su pazienti umani.