Ha presentato ricorso al Tar, contro il Ministero della Difesa, vincendolo. Il caso è quello di un signore di Anzio, ufficiale dell’Esercito in servizio a Bruxelles. Nel 2006 gli viene concesso, in virtù dell’incarico allora assegnato, di occupare un alloggio ad Anzio. Tutto procede bene fino al 19 luglio 2013, quando l’ufficio Amministrazione dello Stato Maggiore dell’Esercito comunica all’ufficiale di aver aumentato il canone di occupazione dell’alloggio (969,16 euro ) con provvedimento del 27 novembre 2011 del Comando Militare della Capitale. Il miliare, all’estero dal settembre del 2010 ha chiesto l’annullamento del provvedimento ed ha vinto la causa per una serie di motivi. Primo tra tutti il fatto che il provvedimento di rideterminazione del canone non è mai stato comunicato al ricorrente, come si legge nella sentenza del Tar. La rideterminazione dell’occupazione, e la richiesta di arretrati, sono risultati inoltre illegittimi per difetto di motivazione. Al funzionario dell’Esercito, dunque, non è mai arrivata nessuna comunicazione di avvio del procedimento. Nulla è mai arrivato a destinazione perché inviato ad un indirizzo, si legge ancora nella sentenza “presso il quale il ricorrente era sconosciuto. Da ciò deriva che, essendo state omesse le notifiche, il ricorrente non ha mai avuto la possibilità di conoscere il contenuto dei provvedimenti spediti ad Anzio, mentre gli stessi avrebbero dovuto essergli notificati attraverso il Comando di Corpo, ossia secondo le modalità previste per i militari in servizio all’estero, cosa peraltro ben nota all’Amministrazione, come dimostra l’avvenuta notifica in data 19 luglio 2013 a Bruxelles della nota impugnata”. Il provvedimento, in definitiva, è stato annullato.