La mela del Veneto con le origini di Anzio

Il granchio nero di Providencia, in Colombia, i chiacchietegli (broccoletti viola) di Priverno (Lazio), i frutti selvatici del Gran Chaco (Argentina), le erbe selvatiche dell’isola di Ulleung (Corea): c’è da sbizzarrirsi, tra i prodotti che al Salone del Gusto-terra Madre 2014 arrivano sotto l’ombrello dei Presìdi Slow Food. Sono 46 i debuttanti, 20 italiani e 26 internazionali che si potranno scoprire nei rispettivi mercati allestiti al Lingotto e all’Oval. I Presìdi sono progetti della Fondazione Slow Food perla Biodiversitàche coinvolgono 1.600 contadini, pescatori, allevatori ed artigiani in Italia e 13 mila nel mondo, in oltre 50 paesi. Erbe, vini, frutti, o anche modelli di coltivazione o di pesca, sconosciuti al di fuori di ambiti ristretti, quando non ristrettissimi. Prodotti ricchi comunque di storia: ad esempio, il fagiolo scritto del pantano di Pignola (Basilicata), uno dei nuovi Presìdi italiani, fu introdotto dagli spagnoli di ritorno dalle Americhe e la sua coltivazione si diffuse nella valle del Basento. La fagiolina di Arsoli (Lazio, provincia di Roma) – per citare un altro caso – potrebbe risalire all’epoca di Carlo V d’Aragona ed è stata salvata dall’estinzione da un anziano contadino che ha dato la semente a 14 produttori. La ricetta del sospiro di Bisceglie, dolce pugliese, risale al 1500 e sarebbe stato inventato dalle clarisse del convento San Luigi a Bisceglie per le nozze di Lucrezia Borgia. Quanto al melo decio di Belfiore (Veneto) potrebbe risalire addirittura all’epoca romana: il suo nome deriverebbe da D’Ezio, un generale che sbarcò ad Anzio e combattè a Padova contro Attila. Dall’estero, l’Africa porterà 5 nuovi Presìdi, due l’America Latina,4 l’Asia,15 l’Europa. Tra questi il Gliko di Permet, composta di frutta albanese, le antiche ciliege francesi d’Itxassou, il peperone di Bukovo, in Macedonia,la Rakijadi prugne cervena ranka, bevanda alcolica serba.