Dalle istituzioni arrivano rassicurazioni sullo stato di salute di tutti gli ospiti del centro di accoglienza
Sono arrivati nella notte tra mercoledì e giovedì, a bordo di un pullman proveniente da Ragusa e ora sono residenti nel nuovissimo centro di accoglienza per cittadini stranieri in via dei Tinozzi, nel quartiere di San Giacomo a Nettuno. Si tratta di 40 cittadini extracomunitari, tutti tra i 20 e i 40 anni, provenienti da Paesi in guerra, come il Ghana, Sudan, Liberia, sbarcati nelle scorse settimane a Lampedusa e, dopo essere stati visitati per accertare la loro buona salute (per evitare ogni possibile diffusione di malattie infettive, a partire dall’ebola, di cui si parla tanto in questi giorni, ma anche di tubercolosi) smistati in diversi comuni d’Italia. A quanto pare di questo arrivo l’amministrazione comunale non era stata informata così come non lo sono stati i residenti della zona, che questa sorpresa non l’hanno per niente gradita. Ad organizzare tutto la Prefettura di Roma che, in contatto con quella di Ragusa, nell’ambito di un piano nazionale di accoglienza per cittadini che hanno diritto all’asilo politico, si è impegnata a contattare degli imprenditori privati e a verificare la presenza di strutture disabitate adatte allo scopo.
A Nettuno si è resa disponibile la struttura di via dei Tinozzi, dell’imprenditore romano Corteggiano, a capo della Dalimar. Quindi la Prefettura ha coordinato l’arrivo dei cittadini stranieri, attualmente gestiti dalla cooperativa sociale Hospel. Gli ospiti della struttura, che sono seguiti da personale specializzato per la loro integrazione, pur vivendo in un contesto protetto, sono liberi di uscire e sono in attesa di avviare le pratiche per ottenere asilo e cittadinanza ma non sono del tutto soddisfatti della sistemazione. Lo stesso si può dire dei residenti che, dalla sera alla mattina, si sono ritrovati (alcuni praticamente dentro casa) queste nuove presenze, senza alcuna preparazione. “Non siamo razzisti – ha detto una delle residenti – ma ci sarebbe piaciuto essere avvisati di questa situazione”. “Io vivo qui solo con mia madre malata – ha detto un’altra – e dal palazzo in cui vivono queste persone non siamo divisi neanche da una rete. Magari sono tutte ottime persone, ma sono sempre tutti uomini e una certa inquietudine mi sembra normale”. Tra l’altro il palazzo utilizzato per ospitarli, nelle intenzioni della Prefettura, è destinato a diventare un centro di accoglienza permanente, quindi quando gli attuali ospiti andranno via, ne arriveranno altri. Per contestare questa situazione Lorenza Alessandrini del Nuovo centrodestra e i residenti hanno organizzato una protesta per il prossimo venerdì alle 17 sotto al comune. “Non è una manifestazione contro gli stranieri – ha detto la Alessandrini – ma contro questo modo di imporre le cose ai cittadini”.