La Polizia sta indagando per scoprire se, nell’inganno, sono coinvolti altri funzionari della Pisana
E’ Brunello Capriolo, alto dirigente della Regione Lazio e da tempo residente a Nettuno, l’uomo arrestato ieri dagli agenti del commissariato di polizia di Anzio e infine, ristretto ai domiciliari. Per lui, e per altre cinque persone indagate, l’accusa è soppressione di documenti, falso e truffa aggravata nei confronti della Pisana. L’uomo, si è scoperto in un’indagine durata oltre un anno, avrebbe creato un sistema perfetto per ottenere fondi dalla Regione. Con l’aiuto di tre donne e una consulente del lavoro e un commercialista di Cisterna di Latina, avrebbe creato tre cooperative per le pulizie e per servizi estetici assumendo persone disabili ignare di avere un posto di lavoro. Tutta la macchinazione, che aveva portato le società ad incassare già 64mila euro (altri 170 sarebbero arrivati a breve se la polizia non avesse scoperto tutto) è stata scoperta grazie alla denuncia di un genitore di questi ragazzi disabili che aveva richiesto all’Inps un certificato sulla contribuzione del figlio scoprendo che, lo scorso anno, aveva avuto un contratto per tre mesi a sua insaputa. Il gruppo si sentiva tranquillo poiché il dirigente che concedeva i finanziamenti e controllava le domande era proprio Capriolo. Una sicurezza che li ha portati a fare diversi errori, tra cui quello di lasciare nei fascicoli le documentazioni originali delle richieste di finanziamento, alcune delle quali erano state bocciate perché incomplete. Su questi documenti interveniva Capriolo, stilando domande corrette e, all’occorrenza, firmando anche per conto dei titolari delle coop come dimostrato da una perizia calligrafica della polizia. Anche per gli altri indagati sarebbero scattate le manette se, una volta messi di fronte alle proprie responsabilità, non avessero collaborato confessando il raggiro. Sono in corso ulteriori indagini per capire se anche altri funzionari regionali sono coinvolti nella situazione.