Sulla vicenda dei Vigili urbani assenteisti. Di Cola FP CGIL: “presto chiarezza su quanto accaduto a Capodanno, si ricerchino le responsabilità a 360 gradi, ma niente caccia alle streghe”. Sandro Medici: “Una protesta tanto furba quanto idiota”
La trovata dei vigili urbani di Roma, di assentarsi nella notte di capodanno, ha scatenato furiose polemiche, dando la stura a quanti da anni attaccano il pubblico impiego. Chi ha sbagliato paghi, ma non si faccia di tutta l’erba un fascio, e con la scusa dei fannulloni, non si privatizzino i servizi pubblici, perché le privatizzazioni, dove sono avvenute, non hanno portato ne maggiore maggiore efficienza ne risparmi.
La Cgil: “Ci auguriamo che si faccia presto chiarezza su quanto accaduto a Capodanno, si ricerchino le responsabilità a 360 gradi, si prendano provvedimenti su eventuali abusi. Ma è troppo pretenzioso chiedere che non venga alimentato questo clima da caccia alle streghe? Serve davvero alla città, al suo buon funzionamento?”. Inizia così la “lettera aperta” del segretario generale della Fp Cgil di Roma e del Lazio, Natale Di Cola, rivolta al sindaco di Roma, Ignazio Marino, sulla vicenda delle assenze dei vigili urbani capitolini nella notte di San Silvestro. “Non vorremmo – sottolinea – che tanto clamore servisse a tenere in secondo piano, ancora una volta, i veri problemi che vive il corpo della polizia municipale e la macchina capitolina nel suo complesso”. E aggiunge: “È troppo aspettarsi dal sindaco una riflessione sul perché i suoi 24.000 dipendenti sono così esasperati, si sentono continuamente umiliati dagli atteggiamenti e dalle scelte della Giunta? Il Sindaco dovrebbe ammettere che questo è solo lo spiacevole epilogo di un anno di mobilitazioni che non hanno precedenti e a cui lui non ha saputo dare risposte”.
“Poche settimane fa ci si era accaniti contro i musicisti del Teatro dell’Opera,- scrive Sandro Medici sul quotidiano il Manifesto- da domani potremmo scagliarci contro le maestre comunali, poi contro i giardinieri, gli impiegati dell’anagrafe, i geometri, gli assistenti sociali, i contabili, gli uscieri, i commessi e i bidelli. Contro l’intero pubblico impiego: una sommatoria di privilegiati scansafatiche e nullafacenti. Che nel nostro immaginario rappresenta non solo l’inefficienza dello Stato, ma anche l’inutilità di continuare a farlo funzionare. Allora sarà molto più facile cacciarli via tutti, i dipendenti pubblici. Privatizzare o esternalizzare amministrazioni, apparati e funzioni, quel che ancora resta dell’intelaiatura pubblica. Il parlamento si appresta ad approvare una riforma che si annuncia esattamente in sintonia con tali obiettivi. E quale miglior pretesto, qualche formidabile viatico per avviarsi al definitivo smantellamento, se non la scellerata epidemia del gelido capodanno romano? Verrebbe da congratularsi per il geometrico tempismo con cui i vigili urbani si sono pateticamente ammalati. Una protesta tanto furba quanto idiota”. (cp)