Chiusura del reparto pediatrico dell’ospedale Regina Apostolorum, la rabbia di genitori e medici

I genitori scrivono al Papa per scongiurare la chiusura del reparto di pediatria del noto nosocomio di Albano

L'entrata del Regina Apostolorum di Albano

Chiude il reparto pediatrico dell’ospedale Regina Apostolorum, struttura convenzionata col Servizio sanitario nazionale e gestito dalle religiose “Figlie di San Paolo”. Il reparto, attivo da circa 30 anni, chiude per effetto dei tagli alla sanità. Per evitare questa chiusura decine di mamme e papà si sono rivolte a Papa Francesco: “Santità per chi come noi ha usufruito della professionalità e dell’umanità del personale del Regina Apostolorum la chiusura del reparto non ha senso.- si legge nella missiva al Pontefice- Ci sentiamo traditi e delusi anche perché consideriamo questa struttura anche un po nostra avendoci passato tanto tempo con i nostri bambini. Chiediamo il suo alto intervento affinché le autorità competenti possano tornare sui loro passi, considerando anche che la chiusura del reparto non garantisce risparmi concreti“. La lettera dei genitori al Papa segue quella di 8 pediatri “di libera scelta” che nei giorni scorso scorsi hanno deciso di inviare il loro appello mediante una lettera aperta indirizzata  al direttore generale della asl Rm/H e all’ufficio Affari giuridici e relazioni costituzionali del Quirinale, invitando chi di dovere a rivedere il provvedimento: “La Divisione Pediatrica del Regina Apostolorum – scrivono i medici- può essere indicata come un polo di eccellenza della sanità italiana per organizzazione e professionalità, oltre ad essere quella più facilmente raggiungibile da un punto di vista logistico. Vogliamo segnalare che l’applicazione del DCA in oggetto – prosegue l’accorato appello – lede il diritto dei “Malati Bambini” ad essere curati con libertà di scelta e per noi pediatri verrebbe a mancare un punto di riferimento per la pediatria in funzione da circa 30 anni. Pertanto in nome dei Pediatri convenzionati dei Castelli Romani che fanno capo alla Asl Rm H1 e come membri della società civile, chiediamo un vostro intervento affinché la Repubblica non acconsenta alla privazione di un diritto”. (cp)