Soluzioni sempre imminenti ma poi sistematicamente rinviate. E’ così per l’annosa questione del “parcheggione” di piazzale Berlinguer a Nettuno e, peggio, per il porto di Anzio. E’ vero, sembriamo ripetitivi, perché da settimane ci concentriamo su queste storie. Entrambe le vicende, la prima “solo” da tre anni, la seconda ormai da quasi venti, si trascinano sempre più in un vicolo cieco. Il rischio è che non se ne esca più o che, per arrivare finalmente a una soluzione, si cerchino vie improbabili.
Nel caso di piazzale Berlinguer abbiamo già indicato quella del prestito da parte del Comune (!) (che il sindaco Chiavetta si è finalmente degnato di bocciare in Consiglio comunale) a chi si è aggiudicato un progetto di finanza e sentiamo e leggiamo altre vicende diciamo singolari. Ciò che sappiamo è che il centro e chi vi lavora continua a subire – e temiamo continuerà – conseguenze di non poco conto. E vedremo, invece, se saranno a rischio o meno le casse del Comune ovvero i soldi dei cittadini per una storia che comunque si giri è inverosimile. Peggio ancora quella del porto. Quando la “Capo d’Anzio” ha ormai la concessione e può cominciare a operare – ma non a costruire il porto per il quale era nata – ecco arrivare il Tar a bloccare la presa di possesso e a dar ragione agli ex concessionari, gli ormeggiatori. Se la vicenda andrà, come si rischia, per le lunghe, il porto non vedrà mai la luce. E la società costituita a suo tempo andrà fallita, quindi i cittadini pagheranno i debiti e nel bacino portuale resterà una situazione da terzo mondo, comoda a questo punto solo a chi vi opera.
Nel frattempo, rispetto alla politica, cresce il fermento in entrambe le città sia pure il voto è previsto fra tre anni. Chiavetta a Nettuno e Bruschini ad Anzio non possono ripresentarsi, la politica locale si concentra sui successori ma evita di preoccuparsi delle esigenze attuali e di programmi che entrambe le amministrazioni non stanno rispettando. Contenti loro, forse, non certo i cittadini.