di Daniela Rossi
L’esclusiva capsule collection tratta dalla collezione Vivienne Westwood Confini del mondo.Un accostamento quanto mai atipico e solo apparentemente improbabile è quello in cui Opening Ceremony si unisce con il mondo fantasmagorico di Vivienne Westwood. Due mondi solo a prima vista diversi e distanti ma, a quanto pare, desiderosi di fondersi per originare qualcosa di avvincente e dal forte impatto emotivo. La fantastica produzione di Vivienne Westwood che in tutti questi anni ha saputo scandagliare i vari, favolosi, a volte difficili periodi che hanno attraversato il tempo e gli spazi, ha segnato le culture e le mode: in ogni campo, sotto ogni angolazione, lasciando un’impronta indelebile, calandosi nei fenomeni sociali, politici, musicali, di costume, uniformando il pensiero e le filosofie che in un’unica parola possiamo indicare con un termine: ribellione. Ribellarsi al sistema planetario ed a tutto ciò che era in contraddizione con la purezza e la libertà delle giovani generazioni che hanno sentito la necessità di affrancarsi dalle catene, dai legami del passato per giungere ad una catarsi finale da dove far scaturire poi le lotte e le vittorie. Vivienne Westwood ha incarnato, col suo talento, la voglia di partecipare, di vivere gli eventi; per lei “creare” ha significato lottare ed urlare il suo pensiero, vivo e combattivo. Ha quindi iniziato il suo percorso con la sua boutique, datata 1971, nella cui cornice ha collocato i capi che per molti hanno rappresentato dei validissimi mezzi per fare politica, una piattaforma da dove poter proporre le idee.
In questa collaborazione che ha dato vita al “Worlds End Capsule Collection”, inusuale ma azzeccatissima, ci si è avvalso di diverse rivisitazioni di passate stagioni, 1982-1983-1984 ed oltre, da cui attingere i capi cult quali il bomber anche in versione flight jacket militare, il Savage Jumper, i Pirati trousers o le Sex Twisted t-shirt; non mancano una serie di canottiere e Square Cut-it-shirt unisex con grafiche originali e slogan politici, tutti provenienti dagli archivi storici. Un universo che affonda le sue radici nei lontanissimi anni ’50, dai teddy boys ed ancora più avanti, per arrivare all’hippie ed al punk, al rock rivisitato, ma in ogni periodo sempre ha prevalso, come ripetutamente vuole sottolineare la stessa Vivienne Westwood, il ricorrente leit motiv che ha caratterizzato il suo stile, il suo modo di vedere, di vivere, di leggere le sue età: la “ribellione”, ossia andar controcorrente, imporsi usando il look, la voglia di “vestirsi” guardandosi dentro. Opening Ceremony possiede la spinta che ha reso possibile tale unione, le stesse passioni, gli stessi amori ed anche le stesse finalità che hanno animato la Westwood: arte, cinema, musica, politica, diritti civili, cause ambientali; un medesimo stimolo emotivo che porta, in egual misura, a sintetizzare le innumerevoli scelte di vita negli abiti, strumenti capaci di rappresentare i gusti non solo estetici dell’individuo favorendo la nascita della musa ispiratrice “la voglia di ribellarsi” da cui trarre la forza prorompente per l’analisi e la realizzazione di una moda che, facendoci amare il passato, getta le basi per un lungimirante e propositivo futuro.