Pubblichiamo l’intervento di un immigrato (riportiamo le iniziali, A. Y) sulla questione che tiene banco in questi giorni, dopo l’arrivo di 44 richiedenti asilo politico ad Anzio. Riteniamo che meriti un passaggio, e che sia giusto conoscere il punto di vista di chi sta dall’altra parte
“Sono un immigrato, e vado via da questa Italia come sono venuto, clandestino e col gommone. me ne vado perché ci sono troppi italiani, sporchi ignoranti e che credono di esser padroni in una terra di emigranti solo perché ci sono nati. Da me non ci sono le strade è vero, ma non ci sono neanche gli scempi come la Salerno Reggio Calabria, le rotonde senza senso, i posti macchina abusivi dei finti invalidi. Da me c’è la guerra, ma cari italiani, Cogne, Avetrana, Erba, Novi Ligure, il Canaro, Pacciani, Ustica, non sono forse peggio della mia guerra civile? Non riuscite a rendervi conto di vivere una vita rinchiusi in una società di servizi inesistenti, degrado, malasanità, mazzette, un centro d’accoglienza a misura nazionale, dove camorra cosa nostra ndrangheta fanno i loro malaffari. Credete davvero che io voglio vivere e far crescere i miei bambini a via dell’Armellino e nelle vostre scuole nido di ignoranza ed arroganza senza valori? Le buche, la turbogas, i treni fatiscenti, il bullismo, l’intolleranza razziale qui sono la vostra normalità. Ci definite selvaggi o scimmie, e non vedete che ad offrire dei sevizi dopo le 20 di sera siamo solo noi selvaggi. neanche le pizzerie a taglio d’estate rimangono aperte dopo quell’ora. Non siete riusciti a sfruttare il vostro mare, la vostra splendida terra (inquinata dall’eternit) guardando il romano che veniva in vacanza come un altro nemico. Sì perché voi avete bisogno di un nemico immaginario pure per riuscire a guardarvi allo specchio. Io scappo da un posto dove i suoi abitanti si definiscono cattolici, poi vanno in chiesa 2 volte l’anno (a Pasqua e per la festa di San Rocco) per sfoggiare i loro abiti, senza neanche conoscere uno dei vostri 10 comandamenti. Tenetevi pure tutto”.