Anzio- Sicurezza? Chiedilo al fabbro

Lettera di un nostro lettore su reati e criminalità in crescita ad Anzio 

“Per misurare il grado di sicurezza dei cittadini e delle loro abitazioni esiste una fonte di indubbia attendibilità e non mi riferisco alle statistiche sui fatti del territorio ma più semplicemente e banalmente al fabbro di zona. E’ il medico delle effrazioni anzi ne è il chirurgo plastico visto che è chiamato spesso a ricostituire integrità violate oppure a crearne di nuove. Ho contattato il fabbro per la modifica ad una recinzione e l’ho trovato particolarmente impegnato nella sostituzione, in una villa, di tutte le serrature delle grate metalliche delle finestre in quanto i ladri, dopo essere penetrati nell’abitazione, si erano anche appropriati della chiave delle serrature. L’ho interrogato, anche perché sollecitato dalle notizie sul forte aumento della criminalità ad Anzio e ne ho sentite. Dall’arrampicata sul tubo discendente per accedere ad un’abitazione dal primo piano, al completo scardinamento di una griglia metallica attraverso l’aiuto di un veicolo, al totale svuotamento, quasi un trasloco, di una villetta temporaneamente disabitata fino alla completa asportazione di un cancelletto metallico pedonale. Anche nella falsa tranquillità invernale la criminalità specializzata in furti di appartamenti sembra aver incrementato la propria azione devastatrice e lo fa in assoluta sicurezza se e vero come è vero che, statistiche alla mano, la percentuale di rischio di essere arrestati e condannati, per i ladri di appartamento, è vicina allo zero. Anzi sarà zero assoluto, anche sul piano legale, se verrà depenalizzato il reato, come previsto in alcuni casi nel nuovo articolo del codice penale, al fine di “snellire le procedure e limitare i numero dei processi”. Quello di banalizzare e, praticamente, omettere di perseguire i furti negli appartamenti è un grave errore di valutazione sociale. Anche se il reato è limitato all’asportazione di cose e nessun danno alle persone ne deriva direttamente, esso è percepito come un oltraggio, da parte dei danneggiati; una specie di violenza psicologica del proprio intimo, delle proprie cose private, insomma un’ effrazione del proprio mondo personale. Questo, senza considerare il danno materiale subito dal derubato che è sempre enormemente più grande del beneficio che il ladro ne riceve. Quando si parla di forte aumento della criminalità nel comune di Anzio ci si riferisce troppo spesso solo al crimine che fa rumore e cioè a quello perpetrato nell’ambito delle organizzazioni mafiose e su questo non c’è dubbio. Ma non sono reati di Mafia il furto negli appartamenti, il furto ed il danneggiamento dell’auto, lo scippo della vecchietta davanti al bancomat, la rapina al negoziante, il borseggio sul treno e così via. Eppure sono proprio questi i crimini che colpiscono in modo grave la gente turbando in modo drammatico la loro vita quotidiana. Il traffico di droga, il controllo della prostituzione l’addomesticamento di una gara d’appalto sono reati gravissimi sul piano strutturale della società ma non colpiscono l’intimo della persona. In termini di violenza i cittadini vedono i reati mafiosi come dannosi per limitati settori della società e per meccanismi di potere che coinvolgono coloro che si fanno coinvolgere, ma non colpiscono i cittadini nella loro generalità e, sempre, nella loro più totale innocenza. A Mentana i cittadini non fanno le ronde perché c’è il traffico di droga o perché sono state truccate le gare d’appalto pubbliche, ma perché è stata usata violenza nei confronti di un negoziante. A Villa Santa Maria decine di cittadini vanno in giro di notte con i bastoni non per combattere il traffico delle armi o per sconfiggere il gioco d’azzardo ma semplicemente perché sono assillati dai “ladri di appartamento”; la caccia ai Romeni a Palombara Sabina deriva dall’esasperazione della gente comune colpita da furti nelle case e nei negozi, e l’elenco è lunghissimo. Quindi è su questo fronte che si deve combattere la lotta alla malavita a livello locale ed a livello comunale. Non mi stancherò mai di ripetere che si combatte efficacemente un fenomeno criminale se lo si sa prevenire e la prevenzione, nel caso specifico, significa controllo del territorio e controllo di chi vi vive. Basta guardarsi intorno, nelle strade di Anzio, per avvedersi che esistono persone delle quali conoscere l’identità e le ragioni di permanenza nel territorio sarebbe già un semplice ma forte segno di prevenzione. Controllare il territorio significa saper leggere le ragioni di una promiscuità che spesso è ragione di disagio e motivo di criminalità. Poi c’è la mancanza di solidarietà da parte della gente, forse scoraggiata dalle dichiarazioni che ci vengono spesso propinate dagli organi di polizia: “noi li mettiamo dentro e dopo due giorni i giudici li rimettono in libertà”; anche se c’è approssimazione in queste dichiarazioni il messaggio che passa è: ognuno si faccia gli affari propri e difenda il proprio orticello. E’ così che se si sente suonare una sirena di allarme il vicino non ci fa caso e preferisce chiudere la finestra. Eppure le statistiche indicano che l’intervento di altri cittadini può ridurre in modo molto significativo le possibilità di successo di un furto perpetrato in un appartamento. Nessuno vuole essere coinvolto in un’azione di giustizia che rischia, a volte, di scambiare il testimone per l’autore del crimine. Nessuno vuole perdere tempo in lungaggini burocratiche oppure in azioni di testimonianza che, alla fine, lasciano il tempo che trovano e che, non di rado, possono causare azioni di ritorsione da parte dell’autore del crimine. Ma non può essere così; non deve essere così: la solidarietà che, a livello associativo, connota positivamente gli italiani, deve poter sempre esplicarsi anche in termini personali quanto meno per affermare il semplice concetto che l’aiuto che oggi forniamo al nostro vicino è un’azione di difesa del territorio in cui si vive e che domani può essere rivolto a nostro beneficio. Quindi l’azione delle istituzioni deve vedere la partecipazione attiva di tutti i componenti del gruppo sociale. Disponiamo di ottime polizie, Carabinieri in testa, aiutiamoli a difenderci da una criminalità dilagante. Parlavo, tempo fa, di queste cose con il Comandate della Stazione dell’Arma a Lavinio che mi ha rivolto l’invito, che io rivolgo ai nostri lettori: se vi accorgete di fatti anomali e sospetti che riguardano l’abitazione di un vostro vicino segnalatelo subito al 112; date le indicazioni che vi chiederanno e state certi che farete solo un atto di civismo in difesa del vostro vicino, del vostro territorio e, quindi di voi stessi. Quindi i cittadini facciano la loro parte poi ci devono pensare coloro che sono preposti alla sicurezza dei cittadini.
Il fabbro può darci la misura della febbre ma la medicina la devono dare le istituzioni prima che i cittadini provvedano a curarsi da soli”.

Sergio Franchi