Ha parlato a lungo, l’ex sindaco Alessio Chiavetta, all’assemblea del direttivo del Pd convocata per oggi a Nettuno. C’era lui, c’era il segretario provinciale del Pd Rocco Maugliani, c’era il gruppo consiliare. Mancava però la parte fondamentale del confronto, il gruppo dei quattro dissidenti che hanno firmato assieme all’opposizione per mandarlo a casa. Con loro bisognava confrontarsi ma è tardi ormai, evidentemente. Nicola Burrini, Pamela Polito, Domenico Della Millia e Matteo Selva hanno spiegato in una lettera i motivi della loro assenza. Clima ostile, sede non adatta al confronto. Del deferimento dei quattro intanto, se ne occuperanno i probi viri del partito, su proposta degli organi provinciali, come ha spiegato il segretario Rocco Maugliani. In settimana si dovrebbe decidere della loro espulsione. A sottolineare il comportamento scorretto dei dissidenti è stato per primo proprio Maugliani, che ha chiesto scusa alla città, a nome del Pd, per non aver rispettato il patto elettorale e per l’anno di commissariamento che si prospetta. Il segretario ha poi messo in evidenza il ruolo ambiguo del dirigente Gianluca Faraone, sconfinato dal tecnico al politico. Ma è stato l’ex sindaco Chiavetta ad accusare apertamente i 4 consiglieri per essere mancati al confronto. “La mia sfiducia è una conseguenza della vicenda Nettuno Servizi e Parkroi, mi assumo le mie responsabilità. Ma dove sono oggi Burrini e Polito che chiedevano tanto il confronto e da sei mesi a questa parte vi si sono sottratti?”. Un dato oggi è emerso. Chiavetta accusa i suoi colleghi di partito di essersi sottratti al confronto quando proprio lui, per primo, ha evitato di affrontare la città durante il consiglio comunale post dimissioni. Forse oggi è troppo tardi per fare chiarezza.