Tra gli obiettivi principali del Piano Casa regionale c’era quello di chiudere la partita del condono edilizio nel Comune di Roma, da sempre tra i principali scandali del cemento illegale nella città. Delle 630mila domande di sanatoria accumulate con i tre provvedimenti di condono edilizio nazionale, 260mila mai sono state esaminate con molta probabilità perché non accoglibili. Se il Comune di Roma avesse dovuto respingere quelle domande, restituendo la prima rata ai cittadini, ci sarebbe stata la bancarotta”. Lo dichiarano Luigi Nieri e Filiberto Zaratti, Consiglieri di Sinistra ecologia e libertà alla Regione Lazio. “Anche su questo si fonda l’impugnativa dell’ex ministro Galan – dicono Nieri e Zaratti – che mi auguro il nuovo governo confermi in tutte le sue articolazioni”. “Stiamo parlando – aggiungono Nieri e Zaratti – della riapertura dei termini del condono edilizio per rendere legale, attraverso il meccanismo del silenzio assenso, oltre un milione e mezzo di metri cubi di cemento. Altro che sfida per il futuro, qui si voleva legalizzare a tutti i costi il risultato di 25 anni di abusivismo pervicace e illegale”. “Se come dice il Vicepresidente Ciocchetti – concludono Nieri e Zaratti – l’intenzione è quella di puntare sulla riqualificazione edilizia consumando meno territorio, dimostri davvero questa volontà: adotti i poteri sostitutivi della Regione in materia di contrasto all’abusivismo edilizio (legge 11 agosto 2008) e adotti immediatamente un piano straordinario per le demolizioni degli oltre 12mila abusi (2mila nelle aree naturali protette) non condonati, che il Comune di Roma non osa toccare”