Gli inventori del progetto sono quattro ragazzi di Nettuno e due di Roma tutti studenti di ingegneria alla Sapienza. Poche ore ancora per votare il progetto
Questo progetto è stato sviluppato dal team FieldEffect Labs come soluzione della challenge “SpaceGloVe: Spacecraft Gesture and Voice Commanding”, all’interno dello Space Apps Challenge 2015. L’evento, organizzato dalla NASA e svolto in contemporanea in 140 città nel mondo ha lanciato 25 sfide tecnologiche per risolvere problemi legati al mondo dello spazio. In Italia si è svolto a Roma, presso la sede di Ingegneria dell’Università La Sapienza, promosso dall’Ambasciata americana e dall’ESA (European Space Agency). La modalità è stata quella di un hackathon: una maratona di circa 30 ore ininterrotte (da sabato 11 a domenica 12 aprile) durante le quali i partecipanti hanno sviluppato hardware e software per rispondere alle challenge proposte. Nel team che ha sviluppato il progetto Armstrong Glove ci sono 4 ragazzi di Nettuno (Luigi Blasi, Marco Ferrantini, Valerio Magliozzi e Simone Tibollo) e 2 di Roma (Erdit Hallulli e Stefano Saccucci), tutti studenti di ingegneria Elettronica ed Informatica.
Armstrong Glove è un guanto interattivo che riconosce i movimenti della mano con 8 gradi di libertà: accelerazione su 3 assi, rotazione su 3 assi e la flessione di due dita. Con questo guanto è possibile controllare qualsiasi applicazione, riconoscendo diversi gesti. Durante le 30 ore a disposizione durante la challenge abbiamo creato un prototipo funzionante con un Arduino Nano, un modulo Bluetooth, sensori inerziali e di flessione. Il dispositivo è stato poi testato con una applicazione demo basata su WebGL Earth.
Descrizione completa: Un modulo IMU da 10 gradi di libertà, misura tutti i movimenti della mano nello spazio, con un accelerometro a 3 assi, un giroscopio a 3 assi, a un magnetometro a 3 assi e un sensore di temperatura/pressione. Inoltre 2 sensori di flessione rilevano il movimento di due dita (pollice e indice).
Un Arduino Nano V3 raccoglie i dati (via bus I2C) e comunica con il computer attraverso un modulo Bluetooth.
Tutti i segnali (in particolare i 6 segnali di accelerazione e rotazione, più la flessione delle due dita), vengono processati per riconoscere i gesti validi ed inviare quindi i comandi all’applicazione.
I possibili gesti finora programmati sono movimenti a destra, sinistra, in alto, in basso, in avanti, indietro e rotazioni verso destra e sinistra.
Sulla terra potremmo usare solo un accelerometro per rilevare anche le rotazioni della mano, misurando l’inclinazione del vettore G (accelerazione di gravità), tramite le variazioni delle componenti sui 3 assi. Ma nello spazio, in assenza di gravità, questo non è possibile. Per questo abbiamo sfruttato anche un giroscopio, con un hardware dedicato, invece di uno smartphone (consigliato dalla challenge, ma troppo costoso e meno flessibile per questa applicazione).
Inoltre, i due sensori di flessione sulle dita ci permettono di avere un controllo aggiuntivo che può attivare la rilevazione dei movimenti solo quando necessario, per non inviare comandi accidentali con ogni movimento involontario della mano. Gli stessi sensori, con combinazioni appropriate, possono inoltre controllare click e trascinamento in una generica applicazione.
Questo progetto ha ricevuto il terzo premio locale nella premiazione italiana ed è stato candidato per le selezioni internazionali. È stato poi selezionato, dalla giuria, tra i 15 progetti della sezione “People’s Choice”, che possono essere votati dal pubblico. Allo scadere della mezzanotte del 3 maggio (Eastern Daylight Time, ore 6.00 AM ora italiana), solo i primi 5 in classifica rimarranno in gara e sarà poi possibile votarli fino all’8 maggio (stessa ora).
È possibile votare tramite il seguente link: https://2015.spaceappschallenge.org/awards/#peopleschoice