Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una cittadina che avanza idee e proposte da porre all’attenzione dell’amministrazione di Anzio per favorire l’integrazione dei richiedenti asilo sul territorio
“Ieri ero sulla spiaggia deserta a prendere uno scampolo di sole. Nel primo pomeriggio ho visto passare alla spicciolata alcuni profughi: camminavano come se volesse chiedere scusa alla sabbia e alcuni di loro avevano un pallone in mano: erano giovani, anche belli, e nonostante il loro fardello personale, andavano leggeri a giocare. Appartati. Mi sono chiesta se, ferme restando tutte le azioni che il Comitato ha intrapreso, compresa l’auspicata azione penale, verso gli sfruttatori di questa tragica vicenda, non potremmo avanzare al Comune e alla collettività qualche proposta costruttiva -poiché le scuole chiuderanno a metà giugno potremmo chiedere all’assessore all’istruzione di organizzare corsi di apprendimento basico della nostra lingua, avvalendosi di volontari che sicuramente non mancheranno – si potrebbe cercare di organizzare corsi di base di cucina, di assistenza ad anziani, di giardinaggio. Cose che possono essere utili ma soprattutto offrono l’occasione di fare qualcosa. L’inerzia è causa di depressione: malattia che non è il caso di aggiungere alle afflizioni che hanno. Penso che dovremmo anche conoscere la loro storia e la storia del loro Paese. A questo ho pensato ieri mentre li vedevo passare. Cerchiamo anche noi di fare qualcosa per loro: dal bene nasce il bene. Lo sto sperimentando da una vita”.
Erminia