“Dear friends, today is our The Big Day”. Inizia così l’annuncio di nozze di Diego Angemi e Francesco Ceccarini, i due nettunesi che vivono ormai in pianta stabile a Stoccolma ed hanno scelto di sposarsi nel giorno della parata dello Stockholm Pride. E’ stato lo scorso primo agosto “il grande giorno”, quando il fatidico “sì” è entrato nella storia ed è finito sulla stampa nazionale.
Un evento nell’evento. Le immagini delle nozze gay dei due ragazzi di Nettuno- in lotta contro un sistema tutto italiano che deve farne di strada per il riconoscimento dei diritti civili – hanno fatto il giro del mondo a partire dai media svedesi, incuriositi dalla loro storia, come raccontano Diego e Francesco, che a pochi giorni del matrimonio scrivevano: “Ormai sapete fino alla noia che sabato prossimo io e Francesco ci sposiamo. A Stoccolma. Durante la parata dello Stockolm Pride. Nella parata. Su un Tir Scania. Dopo la condanna della settimana scorsa arrivata dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, riguardante la (non) legislazione italiana sui matrimoni civili per coppie omosessuali, e alla luce del possibili rinvio della discussione in Parlamento del ddl Cirinnà, visto il tempismo da tempesta perfetta, abbiamo pensato di poter (e dover) dare un contributo anche noi, anche se minimo. Tramite il nostro matrimonio speriamo di poter aggiungere ulteriori argomenti a favore di un – tardivo – riconoscimento dei diritti civili”. E così i due si rivolgono ai media svedesi, riuscendo a conquistare le prime pagine del quotidiano nazionale che a Stoccolma corrisponde al nostro Corriere della Sera.
La scelta del giorno delle nozze è presto spiegata: avere più persone possibili durante la parata/matrimonio, partita il primo agosto alle 13 da Mariatorget, “per far vedere a qualcuno che non c’è nulla di pericoloso in un matrimonio gay”. Una battaglia che i due hanno intenzione di far arrivare anche in Italia. Proprio di recente, infatti, hanno lanciato una piccola iniziativa sul web, con una petizione che invece di chiedere una firma con nome e cognome invita a “metterci la faccia”.
All’indirizzo web del sito http://matrimonio.senza.se si può inviare una “fotopetizione”, tramite Instagram: basta caricare un autoscatto sul proprio account Instagram (pubblico), scrivendo, oltre che a nome e cognome come una solita petizione, l’hashtag #matrimoniosenzase.
E il rapporto con l’Italia? “Io mi sono innamorato della Svezia quando ho fatto l’Erasmus, secoli fa – dice Diego, che in Italia non tornerebbe – Quindi mi ci volevo trasferire a prescindere, poi mi sono messo con Francesco e siamo venuti più volte in vacanza per fargli vedere come è la vita qui. Gli è piaciuta molto, mentre in Italia la situazione in generale non lasciava pensare a scenari di miglioramento, quindi 4 anni e mezzo fa ci siamo trasferiti. Il lavoro è stato una conseguenza del nostro trasferimento, non una causa. E’ da 4 anni e mezzo che viviamo qua, abbiamo comprato casa, abbiamo lavori stabili. In Italia torniamo giusto per festeggiare Natale con la famiglia e amici. E onestamente… ci mancano le persone amiche, non l’Italia come nazione. Un ritorno non mi sembra uno scenario possibile. Il nostro futuro adesso è qui. Casa è qua adesso. In Italia non avremmo il rispetto, i diritti e le opportunità che abbiamo qua. Abbiamo intenzione di consolidare le nostre vite qua, in fondo abbiamo iniziato le nostre nuove vite svedesi solo pochi anni fa…”