Si sono rivolti allo Studio 3A, specializzato in risarcimenti, i familiari di Sonia Baiocchi, la 52enne di Sorbolo morta i primi di agosto sulla A1: la sua auto è stata travolta da un camionista che sarebbe stato sotto il pesante effetto di droghe. Riportiamo integralmente il documento diffuso dallo studio con la ricostruzione di parte dell’incidente:
“Un altro ‘omicidio stradale’. Guidava sotto l’effetto di sostanze stupefacenti il camionista che il 6 agosto scorso, lungo l’Autostrada del Sole, dopo aver perso il controllo del suo camion a rimorchio, ha travolto l’auto di una coppia di imprenditori edili di Sorbolo (Parma), provocando il decesso della passeggera che era bordo e ferendo gravemente il marito che era alla guida.
Sono all’incirca le 23 e siamo sull’A1, all’altezza dello svincolo A15 – Parma Mare. M.P., 47 anni, residente ad Anzio (Roma), procede sulla corsia di destra con un autotreno Volvo Truck della Sarchioto Group Srl., ma improvvisamente sbanda sulla destra. Il mezzo pesante urta con violenza la barriera metallica e viene “rimbalzato” nella carreggiata come una ‘scheggia impazzita’, tagliandola in diagonale e centrando una Citroen Xsara che viaggia nella seconda corsia di marcia (quella centrale), e che ha la sventura di trovarsi al posto sbagliato al momento sbagliato.
Agganciata dall’autotreno, che poi finirà la sua folle corsa anche con il ribaltamento del rimorchio sul fianco destro, l’auto viene schiacciata e trascinata per svariati metri contro la barriera metallica centrale dell’autostrada.
Il conducente, Mauro Mora, 55 anni, riporta numerose fratture ma sopravvive, miracolosamente. Non c’è invece nulla da fare per la moglie, Sonia Baiocchi, 52 anni, molto conosciuta e ben voluta a Sorbolo, dove conduceva assieme al marito due imprese edili: la donna, che lascia anche due figli e una nipotina, e che si trova sul lato-passeggero in cui avviene il terribile impatto, muore praticamente sul colpo a causa delle gravi ferite riportate.
Ora si apprende che il conducente dell’autotreno, indagato per omicidio colposo, sottoposto come da prassi ai test tossicologici, è stato trovato positivo per assunzione di sostanze stupefacenti. Una circostanza, questa, che acuisce il dolore, lo sconcerto e la rabbia dei familiari di Sonia Baiocchi per l’assurda perdita della loro cara: una morte che adesso, a maggior ragione, ‘grida vendetta’.
I congiunti della donna, attraverso i consulenti Linda Mazzon e Carmine Romano, si sono quindi rivolti a Studio 3A, la squadra di professionisti specializzati nel risarcimento, per far valere i propri diritti e anche per fare piena luce su una tragedia che ha ancora parecchi lati oscuri, a cominciare da quello legato al cronotachigrafo del mezzo pesante, che è scomparso”.
“Questo non è omicidio colposo: quando uno si mette in strada, tanto più con un mezzo pesante, totalmente imbottito di droga, sa di poter uccidere. Quello di Sonia Baiocchi è un omicidio a tutti gli effetti: un omicidio stradale. Noi sosteniamo da tempo la necessità di un inasprimento delle pene e che il reato di omicidio stradale va distinto da quello di omicidio colposo. Ormai non bastano più le parole per esprimere la rabbia e l’indignazione di fronte a vicende di questo genere, eppure non passa giorno in cui non dobbiamo leggerne altre. Non c’è più tempo. Mentre attendiamo che diventi legge il Ddl che introduce il reato di omicidio stradale, continuiamo ad assistere impotenti a terribili morti causate da pirati della strada, ubriachi o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, come in questo caso. La linea deve essere severa, non si può più transigere: i colpevoli vanno puniti”, afferma Ermes Trovò, Amministratore unico di Studio 3A, tornando a sollecitare la conclusione dell’iter legislativo per l’omicidio stradale e facendosi anche portavoce dei familiari di Sonia Baiocchi. Che chiedono giustizia.