Il fatto non sussiste. E’ così che si chiude la vicenda legata alla clinica Villa dei Pini che ha portato, oggi, all’assoluzione di Luciano Mingiacchi. Per l’ex direttore generale della Asl RmH – e per altri tre dipendenti della casa di cura Villa dei Pini, era stato richiesto il rinvio a giudizio per associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Un raggiro ai danni del Servizio Sanitario Nazionale per circa quaranta milioni di euro, in tre anni, dal 2004 al 2007, per prestazioni sanitarie mai effettuate, sfruttando una rete di coperture estesa fino ai vertici della Asl di Albano Laziale, che aveva chiamato in causa nove persone tra dirigenti e impiegati, incluso il legale rappresentante della casa di cura Villa dei Pini Franco Mercuri. Mingiacchi ed altri tre dipendenti dello stesso ufficio erano stati indagati per concorso in associazione e per reati che vanno dall’omissione alla rivelazione d’atti d’ufficio fino alla falsità ideologica in atto pubblico. I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2004 e il 2007, dove Mercuri e i suoi dipendenti, forti del sistema di garanzie offerto dai vertici Asl Rmh, in concorso con altri soggetti rimasti non identificati, avrebbero messo a segno secondo l’accusa la truffa ai danni della Regione Lazio incassando regolarmente pagamenti per prestazioni di fatto inesistenti o non autorizzate. Il tutto supportato dalla produzione di false cartelle cliniche, sulle quali gli indagati avrebbero riportato attività di lungodegenza in realtà ben diverse da quelle realmente effettuate. Per Mingiacchi si è chiusa finalmente un procedimento che vede indagato anche l’ex assessore ai servizi sociali Italo Colarieti, la posizione del quale è stata invece stralciata.