Brutto colpo per il centro Argos di Nettuno, la struttura di riabilitazione per ragazzi con disabilità sensoriali, neuromotorie e ritardi cognitivi di via Santa Maria Goretti. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso proposto da Argos srl contro la Regione Lazio, per l’annullamento del provvedimento con il quale si negava l’ammissione ai benefici e al sostegno finanziario per il 2009, nonché il risarcimento del danno per il ritardo dell’amministrazione nel dare una risposta. Un sostegno indispensabile per continuare a mandare avanti la struttura, senza il quale Argos è destinato a chiudere lasciando più di cento ragazzi senza assistenza. La Argos aveva presentato infatti ad aprile 2009 l’istanza per l’ammissione ai benefici, sulla quale l’Amministrazione regionale non aveva provveduto; precedentemente aveva ottenuto dalla Regione Lazio, l’autorizzazione all’apertura e al funzionamento di un centro per la riabilitazione visiva, con riferimento al quale era stato chiesto anche l’accreditamento istituzionali. Il centro aveva quindi presentato due istanze per l’ammissione ai benefici, ma non aveva ricevuto alcun riscontro dall’Amministrazione.
“A sostegno del ricorso – si legge nella sentenza – la ricorrente ha dedotto che la Legge 284/97 ha previsto uno stanziamento annuo di L. 6.000 milioni per il finanziamento dei centri per la riabilitazione visiva, sia per la creazione di nuovi centri che per il potenziamento di quelli esistenti, mentre le Regioni devono operare la ricognizione dei centri esistenti, pubblici e privati, da utilizzare a tal fine sul territorio di competenza, anche mediante apposite convenzioni, onde creare una rete territoriale di assistenza. In tale contesto il centro Argos di Nettuno, autorizzato dalla Regione con il provvedimento 4037/2006, rientrava tra le iniziative che le leggi statali e regionali hanno inteso finanziare e promuovere, e l’istanza di ammissione ai benefici previsti avrebbe dovuto essere valutata e soddisfatta”. Il Tar ha però dichiarato il ricorso “improcedibile”. La Regione ha evidenziato di avere già individuato “cinque centri di riabilitazione visiva e di avere conseguentemente ripartito lo stanziamento ministeriale tra gli stessi sulla base dell’attività svolta, così come verificata dal sistema informativo per l’assistenza riabilitativa; la Regione ha altresì precisato di avere verificato i singoli progetti assistenziali per garantire l’appropriatezza delle prestazioni da erogarsi”. Non c’è nessun obbligo, si legge ancora, per l’Amministrazione di rimettere in discussione l’assetto esistente, ovvero la ripartizione tra i centri già individuati e oggetto di periodica verifica, a fronte del venire in essere di un nuovo soggetto aspirante ai benefici finanziari previsti. D’altro canto il centro difficilmente potrà andare avanti alle condizioni attuali. Da dieci anni Argos è in attesa dell’accreditamento, e le spese per gestire una struttura del genere non sono certo bruscolini. Servono tra gli 800.000 e i 900.000 euro l’anno per mandare avanti un centro di riabilitazione come quello di via Santa Maria Goretti. Fino ad oggi fondamentale è stato il sostegno dei privati e vari progetti tra i quali quello Inpdad rivolto ai familiari di primo grado dei dipendenti pubblici. Con grossi sacrifici si è andati avanti lo stessi, con sacrifici della gestione, del personale, dei dipendenti che spesso hanno ricevuto in ritardo gli stipendi e si sono anche autotassati pur di prestare assistenza ai bambini disabili. Che il centro chiuda a questo punto è un rischio sempre più reale.