Aveva trascorso l’adolescenza ad Anzio il 32enne ucciso la scorse notte a Velletri. Francesco Maria Pennacchi era uno sportivo – aveva giocato per tanti anni a basket – ma era soprattutto una persona buona e sempre sorridente. E’così che lo ricorda Luigi Campomizzi, coordinatore provinciale di Noi con Salvini, che abitava nel suo stesso quartiere fino a quando la famiglia Pennacchi, che gestiva un ristorante a lido delle Sirene, non si trasferì a Velletri per aprire lì la propria attività. Abitava nel quartiere del Sacro Cuore, Francesco Maria, a pochi passi dalla scuola di viale Severiano.”Quando ho saputo della sua morte – racconta Campomizzi – sono rimasto agghiacciato. Francesco è cresciuto in casa mia, ha fatto asilo, elementari e comunione con mio figlio. Abitava al fabbricato adiacente al nostro. Spesso veniva a casa mia per giocare o studiare. Nessuno ci vuole credere ma purtroppo è successo. Era un ragazzo buono, sempre sorridente, scherzoso. La tragedia accaduta la scorsa notte a Velletri è la prova inconfutabile che ormai viviamo in un Paese che è terra di nessuno. Se una persona arriva ad ammazzare un uomo perché sta facendo un party tra amici in casa propria significa che siamo al collasso, che si può ammazzare in libertà in un’Italia che è il paese dei balocchi per gli assassini. Questa tragedia ci colpisce tutti e procura una ferita che sarà inguaribile per le persone vicine e che hanno conosciuto Francesco”.