Gioco d’azzardo. Il Governo non può far finta di non sapere che la criminalità organizzata tenta di trarre profitto dal gioco d’azzardo legale e illegale
L’Italia sembra diventare sempre più il paradiso del gioco d’azzardo, alla faccia di tutte le associazioni che si battono contro la ludopatia e contro le infiltrazioni della criminalità nel tessuto economico. Quindici anni fa, nel 2000, gli italiani giocavano 4 miliardi. Lo scorso anno ne hanno giocati legalmente 84,5. Senza contare tutto il “nero”, in mano spesso alla criminalità organizzata, come hanno fatto emergere alcune recenti inchieste. La notizia, che il governo ha inserito il bando per altre 22 mila sale giochi nella nuova legge di Stabilità, non può che lasciarci di stucco. Fa discutere questa messa a bando, con l’obiettivo peraltro comprensibile di fare cassa, di altri 22 mila “punti azzardo”: si tratta in pratica di sale giochi o spazi dedicati nei locali pubblici. Associazioni come Libera di Don Ciotti da tempo protestano e fanno di tutto per portare alla luce un problema che sembra essere sottovalutato. È inaccettabile che di qua si denunci la crescita delle ludopatie e di là si continui a spingere il gioco. Il Governo non può far finta di non sapere che la criminalità organizzata tenta di trarre profitto dal gioco d’azzardo legale, sulla pelle dei cittadini più deboli e condizionabili. Da una parte il Governo riconosce la ludopatia come una piaga da sanare, dall’altra moltiplica le sale gioco. In Italia sono almeno un milione affetti dalla malattia del gioco d’azzardo, e probabilmente molti di più grazie alle possibilità offerte da internet.