“Sulla sincerità del sindaco quando dice tutti a casa al CdA della Capo d’Anzio e di D’Arpino quando dà le dimissioni con tanto di conferenza stampa, ci metto la mano sul fuoco, anche per averle riscontrate personalmente. Che ci ripensino in meno di 24 ore è un film già visto il cui protagonista è sempre lo stesso, quel Franco Pusceddu che pur stando in ferie e prossimo alla pensione, si precipita a tirare le orecchie ai due che pentiti si rimangiano tutto”. Sulla vicenda del porto e delle dimissioni di Luigi D’Arpino interviene anche il segretario del Psdi Paride Tulli, che attacca il dirigente Franco Pusceddu. “A meno che qualcuno non l’avesse ancora capito, esiste un CdA ombra che ha il potere di gestire Comune e Capo d’Anzio con l’unico scopo del business, della madre di tutte le speculazioni, dell’interesse privato rispetto al pubblico, della vendita del centro storico porto compreso al privato, un’operazione che vale tre Piani Regolatori da dividere tra pochi intimi. Del resto basterà attendere la pubblicazione del decreto Madia e la Capo d’Anzio potrebbe essere inserita nell’elenco delle partecipate da eliminare per il non rispetto delle finalità istituzionali di un comune che certo non prevede la costruzione di porti. Solo un babbeo potrebbe credere che questo CdA pubblichi il bando di gara, ammesso che ci sia ancora tempo, anche perché si rischia che un giorno la Corte dei Conti decida veramente di chiedere la restituzione dei milioni spesi in quindici anni di chiacchiere e bengodi, con viaggi, alberghi, cene, ecc…a nostre spese! Al contrario di qualcuno alloraciecamente convinto della bontà dell’opera, il sottoscritto ed altri amici del PD la consideravano già un’operazione rischiosa e arrogante, sovradimensionata per una cittadina come Anzio, ma soprattutto priva di un’anima popolare. I fatti, purtroppo, ci hanno dato ragione. Speriamo che i prossimi padroni della città, coloro che acquisteranno la concessione, rispettino la nostra storia e la nostra cultura più di qualche portodanzese che se l’è venduta per 30 denari”.
Simili le argomentazioni nell’intervento del consigliere Liberi di Cambiare Marco Maranesi, che parla di “soap opera” sotto la regia di Franco Pusceddu. “Soap opera Il Ripensamento… La privatizzazione di Anzio. Attori protagonisti: Luigi D’Arpino e Antonio Bufalari. Regia: Franco Pusceddu (dirigente del Comune in ferie fino a settembre prima della pensione ma ancora incollato alla poltronissima del porto) Produttore unico: Renato Marconi Se i fatti riportati da un noto settimanale locale corrispondono al vero ma non ne dubito vista l’autorevolezza di chi ha firmato l’articolo purtroppo siamo ai titoli di coda della Soap Opera e possiamo dire che il porto pubblico, il bando di gara, il nuovo CDA formato da seri professionisti è stato l’ennesimo bluff che rimarrà chiuso nelle stanze di Villa Sarsina. Il produttore Renato Marconi è sceso in campo, ha spedito ad Anzio il fido Antonio Bufalari che con il regista, Franco Pusceddu, ha confezionato una Soap Opera degna delle migliori serie americane. Troppo importanti quelle poltrone del CDA, troppi sono gli interessi che girano intorno alla privatizzazione del Porto e quindi alla privatizzazione della nostra Città. Caro Presidente d’Arpino, non ti candidi più come Vicesindaco di altri? Non ti candidi più con le persone perbene di questa città? Non sei più uscito da Forza Italia? Non dici più che il Sindaco non è libero? Non ti senti più abbandonato? Hai dato le tue dimissioni definitive? Non ringrazi più Renato Marconi per l’ottima collaborazione in questi anni? Caro Franco Pusceddu perché resti incollato alla poltrona del CDA della Capo d’Anzio nonostante le annunciate dimissioni di D’Arpino? Come fai a stare nel CDA quale rappresentante del Comune se sei praticamente in pensione? Sei favorevole alla causa intrapresa dall’Avv. Cancrini per la riacquisizione delle quote che in modo illegittimo sono finite nelle mani di Marconi, così come stabilito dal Consiglio Comunale? Oppure ti sei adoperato per bloccare la causa?”.