Intenso e toccante l’incontro tra Ennio Borgia, uno dei pochi sopravvissuti non ebrei al dramma dei campi di concentramento di Dachau, e i ragazzi delle classi terze della Scuola Secondaria di Primo Grado dell’Istituto Comprensivo “Giovanni Pascoli”, avvenuto il 26 gennaio 2016, in occasione della “Giornata della Memoria”.
Si è trattato di un evento fortemente voluto dalla scuola in virtù del suo carattere altamente educativo e organizzato dalle prof.sse Lisiana Brignone, Carla De David e Loredana Melgiovanni. Tra i presenti in sala c’erano anche la sig.ra Borgia, la sig.ra Elisa Bonacini (presidente dell’associazione “Un ricordo per la pace” e ideatrice del progetto “Memoria agli Imi”) e il sig. Franco Tantari, figlio di un prigioniero in un campo di concentramento in Germania, recentemente insignito di una medaglia alla memoria.
E’ stato un momento di confronto particolarmente toccante e intenso tra chi ha vissuto in prima persona la tragedia della follia umana e chi, in virtù della giovane età, quella stessa tragedia forse la conosce solo di riflesso.
Dapprima gli alunni hanno avuto modo di prendere visione di un filmato realizzato dalla sig.ra Elisa Bonacini, dal titolo: “Ennio Borgia 697991: un sopravvissuto a Dachau”. Si tratta di un’intervista articolata in sezioni tematiche che traccia un quadro esaustivo della vita nel campo di concentramento di Dachau. Ad esso ha fatto seguito un intervento dello stesso Borgia che ha approfondito alcuni argomenti, interagendo con i ragazzi presenti in sala e rispondendo a molte delle loro domande.
E’ stato come rapportarsi ad un “libro vivente” in grado di narrare, con commossa partecipazione, la storia di milioni di uomini barbaramente uccisi per i motivi più disparati. Ma quale motivo può giustificare la morte di un uomo solo? Quale motivo può giustificare il crudele eccidio di milioni di uomini? La loro voce, ormai silenziosa, sembrava echeggiare tra le mura della Sala “Piccolo Teatro” della scuola insieme alla voce di Ennio. “ENNIO”, così lo chiamano ora i ragazzi della “Pascoli”; Ennio il nonno che racconta storie vere; Ennio il saggio che dà consigli perché conosce il senso autentico, reale e profondo che si cela dietro quelle parole calibrate, misurate, intense; Ennio che parla con il cuore e che ha messaggi importanti da trasmettere alle giovani generazioni; Ennio che esorta alla Pace con la voce rotta dalla commozione di chi ha sperimentato l’odio e la guerra, di chi ha visto soffrire e morire esseri umani a causa dell’odio e della guerra. Immediatamente si è creata una grande sintonia tra il sig. Borgia e i suoi giovani ascoltatori, una sintonia pervasa di un calore e di un affetto quasi tangibili.
Questo perché le parole di Ennio Borgia entrano prepotentemente nel cuore di chi lo ascolta; questo perché le parole di Ennio Borgia scavano nella parte più intima della coscienza. Il motivo? E’ semplice: esse nascono dalla verità, dall’esperienza…dal dolore del vissuto autentico e dalla memoria di quel dolore immenso.
I ragazzi hanno ascoltato in silenzio e con grande raccoglimento la sua testimonianza, gli hanno posto innumerevoli domande, lo hanno seguito nell’arco della mattinata con una dedizione quasi commovente, dimostrando che quando ai giovani si trasmettono messaggi genuini e profondi, i giovani rispondono con compostezza, maturità e con quell’entusiasmo tipico degli anni verdi.
Gli alunni hanno ascoltato con grande attenzione anche l’intervento della sig.ra Bonacini, hanno letto un brano tratto da “Se questo è un uomo” di Primo Levi, intonato con i flauti le note della colonna sonora del celebre film “Schindler’s list”, cantato la canzone “Auschwitz” di Guccini e introdotto importanti spunti di riflessione su alcuni simboli che sono stati scelti per rappresentare questo incontro tanto particolare.
Primo fra tutti le candele bianche, con le quali gli alunni della “Giovanni Pascoli” hanno voluto esprimere il loro assoluto diniego a tutte le forme di violenza umana, passate, presenti e future. Poi la luce di quelle candele bianche: un richiamo alla speranza e alla pace; un invito a far sì che gli adulti di domani non commettano gli stessi errori dei loro predecessori e che i reali valori da imprimere alla propria esistenza siano quelli dell’amore, del rispetto e della tolleranza.
In secondo luogo i palloncini verdi e bianchi che sono stati fatti volare al termine della manifestazione: il colore bianco è stato scelto per rappresentare la purezza e la luce mentre il colore verde è stato scelto per rappresentare la speranza che il sempre più dilagante desiderio di Pace possa diventare presto una realtà. Il primo palloncino ad essere liberato (che non poteva essere che verde), è stato proprio quello di Ennio Borgia, seguito subito dopo da quelli liberati dai ragazzi, in segno di continuità tra generazioni “PER NON DIMENTICARE”. Ogni palloncino ha portato in alto, messaggi che invitano alla Pace, alla Speranza e all’Amore scritti dai ragazzi, pensieri e riflessioni affidati al cielo e a quanti, leggendoli, possano accogliere questi inviti.
Ultima a librarsi verso l’infinito è stata una lanterna bianca accesa, a simboleggiare la purezza, la forza e la giustizia. Ad essa i ragazzi hanno affidato il compito di condurre verso il cielo il loro desiderio di Pace, la volontà di schierarsi contro la guerra e la persecuzione, l’invito a recare conforto a quanti fuggono dalla miseria o dalla guerra, viaggiando in condizioni troppo spesso disumane.
L.M.