Se non è finita poco ci manca. L’esperienza di Luciano Bruschini sindaco di Anzio volge al termine, anche se il primo cittadino ha dimostrato di essere abile a risolvere anche le crisi più difficili.
Quella che si vive in queste ore in Comune, per la verità, è forse la peggiore di tutte. Al punto che c’è chi fa il conto alla rovescia per capire se è possibile votare anticipatamente a giugno o meno. C’è anche una data: se Bruschini va a casa entro il 18 febbraio si vota a giugno, altrimenti si rischia di arrivare a un lungo commissariamento.
Il “tutti contro tutti” scatenato dalla mozione contro le centrali biogas, le mancate nomine e la grande incertezza alla Capo d’Anzio, la pesante relazione della Corte dei Conti, i problemi nel pagamento dei fornitori, le tensioni palpabili in maggioranza e tra alcuni consiglieri comunali e il sindaco, hanno portato a una frattura che non sembra sanabile.
Il rinvio del Consiglio comunale al 10 febbraio è l’estremo tentativo di ricompattare una maggioranza a pezzi, dove praticamente tutti stanno già guardando al dopo Bruschini. A tale proposito non sembra casuale il ritorno in campo di Candido De Angelis, visto dai più come il possibile “salvatore” del centro-destra, ma da altri ex alleati come un ostacolo a loro aspirazioni di candidature a primo cittadino.
Certo è che lo stesso sindaco, riferendosi alla vicenda della mozione contro le centrali firmata anche da alcuni assessori, ha detto chiaramente che era pronto a dimettersi se fosse stato costretto a discuterla. Se voleva essere una “minaccia” o meno non si sa, di sicuro c’è chi gli ha risposto che poteva anche dimettersi. In Comune sono ore molto convulse.