Sotto accusa le grandi opere del G8, di Italia 150 e dei mondiali di nuoto del 2009, quelle fatte con procedure d’urgenza perchè “Grandi Eventi”, inventati per aggirare le normali procedure di realizzazione delle opere pubbliche. “Grandi Opere, così politici e imprenditori fanno lievitare i costi del 40 per cento- scrive Repubblica-. Un salasso che ha fatto schizzare il costo complessivo di quelle opere da 574 a 834 milioni di euro. Per avere un’idea, con quel denaro succhiato dal “Sistema gelatinoso” (259 milioni) oggi – come documentano le richieste sin qui ritenute “irricevibili” da un bilancio pubblico allo stremo – sarebbe possibile realizzare la messa in sicurezza di un patrimonio archeologico dell’umanità come Pompei o la costruzione di ospedali nell’Abruzzo del dopo-terremoto.” Il trucco è quello del ribasso record, la ditta che risponde ad un bando di gara presenta un’offerta con un ribasso record, sbaraglia la concorrenza e vince l’asta. Il caso di Anzio riportato dal quotidiano diretto da Ezio Mauro si riferisce alle piscine costruite in occasioni dei mondiali di nuoto 2009. In quell’occasione non c’è Comune della provincia di Roma che non reclami un posto al sole che lo trasformi in “Polo natatorio”. E non c’è piastrella di piscina o gettata di calcestruzzo che non costi al contribuente almeno un trenta per cento in più del costo di aggiudicazione. Infatti la nuova piscina di Anzio realizzata della zona Mazza Prebenda passa da un importo di aggiudicazione di 1.112.006 euro ad un costo finale di 1.559.694, ma anche il polo natatorio di Ostia passa da un importo di aggiudicazione di 6.479.834 di euro ad un costo finale di 13.911.161 euro. “Il ricorso alla procedure di urgenza – scrive Carlo Bonini- non solo consentono di aggirare i vincoli urbanistici, ma trasformano l’Evento in un assalto alla diligenza della spesa pubblica”.