Al citofono si presentano come operatori dell’Enel e chiedono di aprire il portone condominiale. Uno ingenuamente apre, credendo che debbano fare dei controlli ai contatori o roba del genere. Quando i presunti operatori, due uomini in giacca e cravatta, cominciano a bussare alle porte del condominio – stanno battendo a tappeto la zona di Scacciapensieri – già la storia odora di marcio. Suonano alla mia porta, guardo dall’occhiello, sono in giacca e cravatta. Un operatore Enel in tailleur, quando mai… Non apro, ma resto in ascolto. La mia vicina di casa invece, 80 anni, apre la porta. Abita da sola. Per fortuna in casa, in quel momento, c’è una sua amica. Giocano a burraco… Dall’occhiello continuo a sbirciare e mi assicuro che non li faccia entrare. Uno dei due uomini sale al piano di sopra, l’altro resta a parlare con la signora, che esce sul pianerottolo e non capisce un tubo di quanto le viene detto. Onestamente anche io faccio difficoltà a capire cosa vadano blaterando. In linea di massima intuisco che l’Enel dovrebbe effettuare dei fantomatici aggiornamenti dei contatori e che andrebbe firmato un fantomatico modulo. La vecchietta risponde che la casa è intestata alla figlia e che lei non si prende la responsabilità. Chiude e torna a giocare a carte. Nel frattempo scende dal piano di sopra l’altro uomo, raggiunge il collega e si becca il “cazziatone”. “Non devi fermarti un quarto d’ora davanti alle porte, soprattutto nei condomini disabitati. Se non aprono passa avanti, velocemente”. Poi alzano i tacchi ed escono dal condominio, senza aver concluso nulla, in cerca di occasioni migliori e polli da spennare. Il condominio per loro sfortuna è abitato da quattro gatti. Appena vanno via contatto l’Enel, il numero verde ha dei tempi d’attesa epici. Contatto in chat un operatore, mi risponde all’istante. Racconto quanto accaduto. L’operatore risponde: “Ha fatto bene a non aprire. Non è questo il nostro modo di operare”. Truffatori senza scrupoli. Per loro doppia sfortuna scrivo su un giornale. Occhi aperti.
R.S.