Parla di un “sistema opaco e pericoloso”, di un “chiaro intento persecutorio” nei confronti della dirigente Angela Santaniello, sospesa dall’incarico con un provvedimento ritenuto poi “illegittimo” dal Tribunale di Velletri e contro il quale si è appellato il segretario del comune di Anzio.
A difendere l’operato della dirigente è il consigliere Marco Del Villano – era assessore alla Pubblica Istruzione quando il settore era sotto la guida della Santaniello.
Partendo dalla delibera di giunta in cui si ridisegna la pianta organica dell’ente, http://www.inliberuscita.it/politica/68257/anzio-il-comune-caccia-la-santaniello/ dove è scritto che “nel secondo semestre del 2016 l’Ente non avrà più dirigenti di ruolo, in quanto gli stessi saranno collocati a riposo per raggiunti limiti di servizio, oltre al permanere della sospensione di un ulteriore dirigente”, Del Villano solleva una serie di interrogativi. “Con quale atto si approva una delibera di giunta che non è sorretta da una delibera di consiglio?”, dice per cominciare, “e in base a quale logica già sanno in Comune che nel secondo semestre del 2016 permarrà la sospensione di una dirigente, dato che c’è una sentenza che impone il reintegro?”.
E laddove è scritto che “rientra nei programmi dell’ente procedere alla razionalizzazione del costo del lavoro pubblico, gestendo le risorse in modo razionale ed efficiente”, il consigliere si chiede “in base a quale valutazione si proceda alla suddetta razionalizzazione. Si tratta di una palese contraddizione con quanto deliberato dalla giunta il 4 aprile, dove si dichiara che non sono state rilevate situazioni di soprannumero o comunque eccedenze di personale in relazione alla situazione finanziaria dell’ente. Ritengo che nei confronti della dirigente ci sia un vero accanimento da parte del segretario comunale nel tentativo continuo di sbarrarle la strada”.
“Non parlo per partito preso – continua Del Villano – Ci sono carte e numeri che dimostrano come il settore Pubblica Istruzione con la Santaniello funzionasse benissimo, ma questo sembra essere stato dimenticato. La mia è solo una volontà di capire. Sono state fatte delle scelte scellerate. A seguito della seconda sospensione della dirigente, gli uffici furono smantellati con un unico risultato: perdere completamente il controllo. E’ saltata la bollettazione, sono saltati gli incassi delle mense scolastiche e dei trasporti, è saltata la rilevazione delle presenze che permetteva di pagare i pasti effettivamente consumati. Se prima si incassava il 90%, adesso si è passati al il 20%. Al 31 dicembre 2015 sono stati incassati solo 350 mila euro. Il servizio di refezione scolastica del 2014-15 non è stato pagato alla ditta, gli uffici non sono stati in condizione di controllare. Per il 2015-16 mi risulta che la situazione sia più o meno la stessa, con un debito complessivo di quasi 5 milioni di euro. Con il controllo delle presenze risparmiavamo, ai tempi in cui ero assessore, 500mila euro. Si sta uccidendo tutto il buon lavoro fatto in quegli anni. Per rovinare una persona stanno distruggendo un servizio”.
Un’ultima polemica è quella relativa alla revoca dell’appalto del servizio di refezione scolastica alla ditta Solidarietà e Lavoro (http://www.inliberuscita.it/politica/66317/mense-tar-conferma-revoca-alla-solidarieta-e-lavoro-nolfi-nuova-gara/)
“La Nolfi ha dichiarato in un comunicato stampa che il Tar aveva confermato il corretto operato dell’amministrazione – puntualizza Del Villano – quando nella sentenza si dice chiaramente che L’Anac non è dotata di poteri di supremazia gerarchica nei confronti delle amministrazioni aggiudicatrici, e che l’amministrazione ha pieno potere in autotutela. Il Comune poteva decidere in qualunque momento di revocare l’appalto e l’Anac andava estromessa dal giudizio. Come ciliegina sulla torta il Comune dovrà anche risarcire i danni alla ditta. Imparassero a leggere le sentenze. Se l’amministrazione avesse operato correttamente, la sentenza non avrebbe tirato in ballo il risarcimento danni. Tra l’altro, in Consiglio, l’assessore Nolfi ha parlato di 7000 euro di risarcimento, ma ho i miei dubbi che possa trattarsi di una cifra così bassa in relazione ad un appalto da 6 milioni di euro”.