“Tonino a munnezza” aveva anche offerto l’appartamento di Nettuno al clan camorristico come appoggio per un altro omicidio
Omicidio Pellino parla il pentito ieri in videoconferenza in Corte d’Assise “a ordinare di uccidere Modestino Pellino è stato Antonio Ciccarelli è occuparsi dell’ omicidio a Nettuno sono stati Luigi Belardo, Raffaele Laurenza e Raffaele Dell’Annunziata” questo quanto ha sostenuto ieri davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Frosinone, il ventottenne Giuseppe Ambra ex affiliato al clan camorristico napoletano Abbinante-Abate- Notturno e ora collaboratore di giustizia. Quella del pentito è la testimonianza principale del processo in corso per l’uccisione e di Pellino detto “Micillo” luogotenente del clan Moccia freddato con 8 colpi di pistola in piazza Garibaldi (ex piazza Regina Margherita) il 24 luglio 2012. Pellino si era trasferito a Nettuno sei mesi prima. La vittima in quel periodo sarebbe finito al centro di una lotta intestina allo stesso clan Moccia e Ciccarelli. Il Ciccarelli detto “Tonino a munnezza” deciso ad ampliare il suo giro di spaccio in quel momento confinato alla zona del parco verde a Caivano avrebbe deciso di eliminarlo, questo almeno quanto riferito dai collaboratori di giustizia. Le indagini subito avviate dopo l’eclatante omicidio hanno portato a giudizio i tre presunti responsabili dell’uccisione di omicidio e per una donna Anna Castiello che si sarebbe occupata di affittare l’appartamento in via Bolzano a Nettuno utilizzato come base dei killer. Tesi ribadita ieri in videoconferenza dal carcere di Firenze. Il collaboratore di giustizia prima di parlare dei fatti di Nettuno ha ricostruito la faida in corso in quei mesi a Scampia, il pentito ha infine aggiunto un altro particolare inquietante dichiarando che “Ciccarelli “Tonino a munnezza” aveva anche offerto l’appartamento di Nettuno agli Abbinante come appoggio per l’omicidio che loro dovevano compiere di Gaetano Marino freddato nell’agosto 2012 a Terracina ma che gli abitanti di Abbinante rifiutano ritenendo quell’uomo quel luogo oramai è rischioso e preferendo ucciderlo a Terracina e tornare subito a Napoli”. La prossima udienza è fissata per il 6 giugno.