Ieri ad Anzio l’incontro pubblico “Referendum Costituzionale: le ragioni del No”, organizzato dal Coordinamento Democrazia Costituzionale di Anzio e Nettuno.
L’incontro è stata un’occasione per concentrarsi sui contenuti della Riforma e sulle ragioni del No, e si è svolto alla presenza di uno dei principali promotori del Comitato Nazionale per il No al referendum di ottobre, Antonello Falomi.
Dopo l’introduzione del referente locale del Coordinamento, Andrea Parente, è cominciato l’intervento dell’ex parlamentare. Tante le considerazioni fatte, a partire da un dato di fatto: il Parlamento che ha approvato la Riforma Costituzionale è da molti definito illegittimo, perché figlio di una legge elettorale che è stata dichiarata incostituzionale e che permette di governare grazie a un premio di maggioranza inaccettabile.
“Partendo da questo fondamentale presupposto – dicono dal Coordinamento Democrazia Costituzionale di Anzio e Nettuno -Antonello Falomi ha proceduto con una serie di ragionamenti riguardanti la Riforma Costituzionale e quella elettorale (il cosiddetto Italicum), ponendo molta attenzione sulla questione della rappresentatività e dei pericoli che potrebbero emergere con un governo detentore di eccessivi poteri rispetto al Parlamento. Sono tanti gli aspetti della Riforma che fanno protendere per la bocciatura della stessa: un Senato che non viene abolito ma soltanto ridimensionato, iter parlamentari che non si semplificano ma anzi complicano in alcuni casi le diverse procedure, le criticità riguardanti la composizione del nuovo Senato, etc. Tante, alla fine dell’intervento, le domande che sono state poste ad Antonello Falomi da parte del pubblico, desideroso di avere maggiori informazioni sui contenuti della Riforma.
Si vive in un periodo storico dove l’estraniazione dei cittadini dalla vita politica è forte. Con questa Riforma il pericolo reale è che questo distacco possa aumentare, quando invece è auspicabile, in democrazia, il mantenimento di un’attiva relazione tra cittadini e politica. E’ significativo come con lo strumento referendario, e quindi con la partecipazione attiva dei cittadini, si possa dare un segnale di opposizione a una Riforma che vuole minare il rapporto di rappresentanza. Nel rispetto delle idee altrui, si spera che da qui fino ad ottobre, il dibattito possa concentrarsi sui contenuti e non cada in un voto plebiscitario del quale nessuno ha bisogno”.