Il Consiglio di Stato da ragione al Ministero dell’Interno e alla Prefettura, per l’interdittiva antimafia
Mercoledì scorso il Consiglio di Stato ha riformato la sentenza del Tar del lazio che annullava la risoluzione, da parte del Comune di Nettuno, del Contratto d’appalto per la raccolta dei rifiuti urbani alla IPI Impresa Pulizie Industriali s.r.l. . Accogliendo il ricorso proposto dal Ministero dell’Interno e dall’U.T.G. – Prefettura di Roma.
In precedenza, infatti, il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio aveva accolto il ricorso proposto dalla Società I.P.I Impresa Pulizie Industriali avverso l’interdittiva antimafia emessa nei suoi confronti dall’U.T.G di Roma, con atto n. 137448/Area 1 Bis/OSP del 16 giugno 2014, e il provvedimento, conseguente, di risoluzione del contratto avente ad oggetto il «servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani con modalità porta a porta e servizi di nettezza urbana e connessi», emanato in data 24 luglio 2014 dal Comune di Nettuno.
La IPI era finita nel mirino dell’antimafia, non perchè colpita direttamente, ma in quanto era stata adottata interdittiva nei confronti dell’impresa individuale Alb. Paci. (socia, insieme alla IPI, nella Caserta Ambiente).
“La ragione fondante del provvedimento in esame dev’essere, in definitiva, rinvenuta nella più efficace tutela dell’interesse pubblico alla limitazione del novero delle imprese ammesse alla contrattazione con le pubbliche amministrazioni a quelle (sole) che meritano la (imprescindibile) fiducia sulla liceità dell’oggetto e dello scopo dell’attività imprenditoriale” si legge nella sentenza del Consiglio di Stato.
Ora l’appalto per la raccolta dei Rifiuti, compreso il porta a porta, viene messo in discussione dalla sentenza. Si attendono le mosse sia del Comune di Nettuno con il nuovo sindaco Angelo Casto, ma anche dei legali della IPI che potrebbero presentare ricorso alla Corte di Giustizia Europea.