Riceviamo e pubblichiamo
“Al Presidente dell’Anac dott. Raffaele Cantone. Egregio Presidente, abbiamo la sventura di dimorare nel Sud di Roma, area di cui si straparla quasi ogni giorno su giornali e reportage televisivi per essere caratterizzata da pesanti infiltrazioni camorristiche mafiose da parte di arcinoti gruppi di cui tutto si sa, ma su cui poco si fa.
Siamo quel 60% di cittadini che paga regolarmente la Tari e come risposta le autorità comunali ci fanno permanentemente vivere in una discarica a cielo aperto in un litorale di altissimo interesse turistico che se fosse amministrato da autorità locali oneste e competenti, rappresenterebbe una miniera d’oro per il Paese.
Cumuli di rifiuti vengono abbandonati da incivili cittadini in ogni angolo di strada e lasciati marcire li per mesi. Completa assenza di cestini per poter conferire un pezzo di carta o feci di cane in un litorale invaso nei weekend da decine di migliaia di romani.
Lei si chiederà ma cosa c’è di nuovo in tutto ciò, da Palermo a Roma l’Italia è tutta un mondezzaio.
No qualcosa di diverso c’è e va, a nostro avviso indagato. A fronte del pervicace rifiuto delle autorità comunali di installare cestini per i rifiuti (il nostro comitato diede l’opportunità nel 2014 di poterne dislocare gratuitamente 500 sul litorale e tale proposta non venne accolta) e di correggere una inadeguata gestione dei rifiuti che in pratica incoraggia il moltiplicarsi di discariche abusive ai cittadini onesti sorgono dubbi inquietanti.
Ma non sarà che convenga per ragioni a noi non note che la ditta appaltatrice dei rifiuti (segnatamente la ditta Camassa) operi con commesse dirette del Comune di Anzio, fuori del contratto di appalto, costosissime bonifiche del territorio quando lo stesso – dopo settimane o mesi – sta per collassare sotto il profilo igienico sanitario?
Su questo, dott. Cantone, desideriamo che venga svolta dal suo prestigioso ufficio una doverosa indagine”.
L’Intesa dei cittadini del Lido delle Sirene e Cincinnato