Chi viene beccato ad andare con le prostitute rischia multe fino a 10mila euro e il carcere fino a un anno se le ‘condotte’ sono reiterate. E’ quanto previsto dal disegno di legge presentato ieri alla Camera, con il quale viene introdotto il reato di acquisto dei servizi sessuali. Come scrive ‘Studio Cataldi’, il ddl, che ha come prima firmataria Caterina Bini del Pd, ha avuto il sostegno bipartisan di molti deputati.
Il ddl, come si legge nel testo, ha come fine quello di “contrastare efficacemente il fenomeno della prostituzione e della tratta di persone ai fini dello sfruttamento sessuale”. Quanto al reato, “si mira a eliminare la prostituzione in quanto incentiva la tratta di esseri umani e viola la dignità delle donne” intervenendo direttamente sulla domanda “cioè sui clienti”. La prostituta in questo caso non ha responsabilità, poiché riconosciuta “come vittima sia degli sfruttatori e dei trafficanti, sia dei clienti”.
Nello specifico, il ddl aggiunge un capoverso all’art. 3 della legge Merlin (la n. 75/1958), prevedendo che è punito “con la multa da euro 2.500 a euro 10.000, salvo che la condotta non costituisca reato più grave, chiunque si avvalga delle prestazioni sessuali offerte da soggetti che esercitano la prostituzione o le contratti, in qualsiasi luogo, pubblico o privato, ovvero nei luoghi e nelle forme vietati dalla legislazione vigente”. In caso di reiterazione del reato, il fatto può essere punito “con la reclusione fino a un anno e con la multa (ulteriore) da euro 2.500 a euro 10mila”.
La pena detentiva e pecuniaria, comunque, potrebbe essere sostituita “su richiesta del condannato” con quella del lavoro di pubblica utilità (ex art. 54 d.lgs. n. 274/2000), prestando attività non retribuita presso associazioni, enti e altri organismi. All’esito favorevole di tale attività, il giudice dichiara estinto il reato; in caso contrario, viene disposta la revoca della pena sostitutiva con il ripristino di quella originaria. In tutti i casi, il lavoro di pubblica utilità può sostituire la pena per non più di una volta.
Intanto, in Parlamento risultano ferme almeno una dozzina di proposte per regolamentare l’esercizio della prostituzione, tra cui, da ultimo, quella delle senatrici Spilabotte e Cirinnà (Pd), che chiede la riapertura delle case chiuse, dichiarate illegali dalla legge Merlin mezzo secolo fa. I vari disegni di legge mirano a regolarizzare il mercato, con case di tolleranza autogestite, zone a luci rosse, abolizione del reato di favoreggiamento e pagamento delle tasse per le prostitute con comunicazione di avvio attività alle camere di commercio.