ROMA – Tiene ancora banco la querelle Lega-Roma per il trasferimento di alcuni ministeri al nord. E il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, ha ribadito la sua posizione nel corso della trasmissione ‘Te la do io Tokyo’, in onda su Centro Suono Sport 101.5 Roma. “Giustamente bisogna reagire perché non se ne può più, è insopportabile- ha detto il numero uno di Palazzo Valentini- Penso al trasferimento della sede della Consob, al distaccamento di Raidue, ai ministeri, alle offese fatte dai palchi dei comizi. Una città come questa non è solo la capitale d’Italia formalmente, ma è una città che contribuisce alla produzione e all’aumento della ricchezza del paese”.
“Sono due anni che dobbiamo assistere a queste cose- prosegue Zingaretti- ora basta. La Lega era quel partito che proponeva il federalismo, è passato da questo, al fatto di avere un odio contro Roma alla richiesta di spostare i ministeri. Ora basta. Io penso che il vero motivo sia quello di galvanizzare le truppe, perché dopo tre anni di prodotti di questo governo quasi inesistenti, le ultime elezioni hanno dimostrato un calo di consensi nei loro confronti. Non sanno cosa fare e ricominciano a creare un nemico, che siamo noi”.
Cosa ha intenzione di fare la Provincia per tutelare la città e i romani? “Intanto abbiamo impedito il pagamento del pedaggio sul Gra- ribadisce il presidente della Provincia- con un ricorso al Tar. Abbiamo ribadito che il pedaggio non si deve fare e qualora venisse riproposto ribloccheremo la cosa. Penso che lo stillicidio finirà quando la Lega andrà all’opposizione e non sarà più in grado di fare provvedimenti contro Roma. E’ un partito che ha nella sua identità la necessita di avere un avversario come Roma. Ma la democrazia non dovrebbe permettergli di governare. Non esiste un partito che ha ministri che hanno come obiettivo quello di attaccare una città- conclude- Si deve comunque evitare una lotta culturale tra nord e sud, sarebbe davvero stupida, e per fortuna questo clima non c’è in Italia”.
23 giugno 2011
fonte «Agenzia Dire» e l’indirizzo «www.dire.it»