Metti una sera a cena su un terrazzamento naturale fronte mare vista Circeo con tramonto mozzafiato gentilmente offerto da madre natura.
Metti che quella sera a cena ci sia anche un dj set.
Metti che sempre quella sera ci sia anche come special guest l’attore Jonàs Berami, dritto dal set de ‘Il Segreto’ e dall’Isola più famosa del piccolo schermo. Metti che un paio di sere dopo ci sia un altro special guest amatissimo, Stefano De Martino, il talentuoso e paparazzatissimo ballerino della scuderia De Filippi.
Centocinquanta persone a cena e poi a ballare fino alle tre del mattino come niente e la musica ogni volta viene interrotta per carità di patria, non certo perché gli ospiti abbiano voglia di andar via!
E allora? Direte voi. Non è mica la prima serata che c’è in giro…
Giusto! Infatti fino a qui ci posso anche stare, che ci siano altri villaggi che organizzano serate così.
Ma metti che una sera a cena tra una ospitata vip ed un’altra ci sia una pièce teatrale poliedrica, ‘The white room’ + le lacrime di Giulietta di e con Caterina Gramaglia ed Ennio Speranza.
Trovatemi, se vi riesce, un altro villaggio turistico che ha lo stesso spessore dell’Holiday Village di Fondi.
Ci vuole coraggio per proporre in un piccolo anfiteatro in un villaggio principalmente per famiglie con bambini un’opera originale che, se a tratti era parodica e strappava sonore risate, nella seconda parte si faceva intimista e a tratti drammatica, onirica e surreale sul file rouge delle memorie di Giulietta Masina, Musa e moglie del grande Fellini.
Lo stesso coraggio con cui Paolo e Sole, titolari della struttura, hanno affrontato una rivoluzione profonda in una formula che era già vincente. Nonostante la recensione di Dove della scorsa estate che ha collocato il villaggio, già un quattro stelle, tra le 10 strutture più belle d’Italia e tra le eccellenze nostrane, come vi abbiamo raccontato noi di Inliberuscita.
Basta un’occhiata al nuovo sito ed alla pagina Facebook per capire che la vocazione è oggi rispetto al passato più orientata verso un servizio full, con mezza pensione o pensione completa, ed una ristorazione di tutto rispetto, con animazione, servizi in spiaggia, mini club, sport e balli, insomma tutto quello che ci si aspetta da un villaggio con la V maiuscola.
Rivoluzione che parte da Ivan, storico capo animazione, che si è meritato una promozione ad un ruolo più da direttore.
Entro al bar, molti volti sono nuovi, tutti giovani, sorridenti, professionali, cortesissimi, non che gli altri non lo fossero in passato, ma si sente che c’è voglia di nuovo, di stare al passo coi tempi, con una clientela che si fa più esigente e che confronta e valuta prima di scegliere. A fianco a loro i volti familiari, che incontri nei viali e che si dedicano da una vita a tenere in ordine impeccabile tutta la struttura ed a farla funzionare perfettamente.
Entro al ristorante e trovo un ragazzo gentilissimo appena rientrato da Londra ed altri collaboratori nuovi. Leggo nel menù alla carte di un astice alla catalana che non mangio da un sacco di tempo e lo ordino.
Doveva essere un antipasto. Arriva un piatto splendido, enorme, con un astice sgusciato pronto per essere gustato, chele comprese, cotto divinamente, intero, non in insalata ma su un letto di julienne di carote e zucchine appena scottate in acqua con una citronette perfetta per bilanciare la dolcezza della polpa del crostaceo e la testa ed una punta di coda per decorazione. Una pioggia di pachino intorno e poi ricordo solo dei bocconi meravigliosi, bilanciati, dolci quanto basta, insomma un sogno.
Non resisto…
Vado da Michele, da sempre capitano del ristorante e gli racconto della mia estasi. Simone, impeccabile e cordiale maître della sala indoor, contento della mia contentezza, si affaccia in cucina per fare i miei complimenti al personale mentre Michele mi sussurra che c’è una chef da quest’anno in cucina, Nada, e che serve l’astice destrutturato e ricomposto in un modo incredibile.
E, siccome sono un’impulsiva, chiedo se posso dirlo io alla chef. ‘L’astice più buono di sempre’, le assicuro in punta di piedi sul bordo del varco da cui escono le comande. Lei ne è davvero felice, come lo è chi ha fatto bene il proprio lavoro quando qualcuno non lo da per scontato. Mi dice che le farebbe piacere una recensione. ‘Di più’, le dico entusiasta. Lo scrivo sul giornale, promesso. Ecco, promessa mantenuta! Dico alla chef prima di partire mentre Leone, che mia figlia piccola chiama Pleone, che ci coccola nella sala in terrazza fronte mare, mi prende in giro che oggi solo frutta a pezzi per me. ‘Va bene, tanto come la tagliate voi non la taglia nessuno!’ rido all’ingresso della cucina.
Quindi Metti una sera a cena anche un menù buonissimo.
Vado al mini club, dove il pomeriggio le ragazze della libreria di Fondi ‘Il mondo di Alice’ propongono un’attività di manipolazione e laboratoriale che i bambini adorano. Vanno letteralmente trascinati via con la forza. La prima volta che le vedo penso che sono professionali corna vere educatrici e forse lo sono anche. Certo non quello che ti aspetti da una libreria tradizionale. E per di più in un villaggio turistico. Quando arrivo Paolo mi dice che le ha volute perché sono eccezionali.
Ha ragione. A non accontentarsi mai, a cercare sempre il meglio.
Continuo il mio giro ed arrivo nella mia adorata terrazza sul mare e resto un po’ perplessa.
Noto qualcosa di diverso, ma a prima vista non saprei dire cosa. Ah ecco, le vele per il sole dietro il palco; ma non era più corto? Si, è stato aggiunto un gradone largo e basso per i balli della sera e le lezioni e la parte più interna è diventata un elegante privé per le serate e non solo. Divani di polirattan bianchi dal design pulito e moderno, essenziali e leggeri, offrono sul prato sempre perfetto angoli di pace meravigliosi, sotto il sole e la brezza che qui non mancano mai.
E i miei amati ombrelloni di rafia, quelli dell’artigiano di Sezze? Non riconosco neanche quelli. Sono luminosi, come chiome bionde pettinate dal vento, con le punte lunghe e setose. Ovvio, sono nuovi. Anzi sono ancora work in progress.
Incontro Claudio, fratello di Paolo su un trabattello sotto il sole cocente che lega fascine di erba secca e modella gli ombrelli.
Sono nata curiosa e con l’età non sto migliorando, quindi appena incontro Paolo gli chiedo cosa è successo all’artigiano sezzese che ha creato metà villaggio. Il mastro è morto, era anziano, ed il figlio non può proseguire l’attività particolarmente faticosa, come mi spiega Claudio una sera al ristorante.
Potevano qui all’holiday village perdersi d’animo? No. Ed infatti Paolo spunta una tre giorni di tirocinio qua al villaggio e Claudio dall’oggi al domani si ritrova a fare un mestiere antichissimo e complesso. Di necessità virtù. Ed il bello è che lo fa talmente bene che arrivano commesse anche dall’esterno. Insomma per gioco ci si ritrova un mestiere nuovo, ma tanto vecchio, tra le mani.
Miracolo delle passione e della forza di volontà.
Scendo in spiaggia. Ombrelloni e lettini nuovi, restyling anche qui. Soprattutto in considerazione del fatto che dopo 50 anni di attività proprio durante il mio soggiorno è stata rilasciata la agognata licenza per la spiaggia. Per anni qui il personale ha allestito la spiaggia in base alle presenze giornaliere e disponendo le attrezzature in tempo reale dopo l’esibizione dello scontrino. Alla sera la spiaggia era sempre sgombra e tutta la stigliatura veniva ritirata dal suolo demaniale. Una fatica inaudita ed una pazienza davvero notevole per il personale della spiaggia e sempre con il sorriso sulle labbra ed una perfetta professionalità.
Lo stabilimento è molto bello e raccolto. Due file sul tratto più vicino alla passerella del villaggio per gli ospiti dei bungalow, tre a disposizione degli ospiti del campeggio interno e degli esterni nel lato dopo l’area di pronto soccorso dove, giusto dietro il pattino d’ordinanza rosso fuoco di ultima generazione, sosta vigile uno dei bagnini che sorveglia l’area.
Bianchi e blu a righe gli ombrelli, blu cobalto i lettini nel più puro stile mediterraneo. Pulitissimo, ordinato, tenuto con premura ed attenzione dal numeroso personale addetto.
Una mattina al bar mia figlia si mette a giocare con una bimba durante la colazione. Al termine le chiedo se ci vedremo in spiaggia. La signora con un sospiro di desolazione mi dice ‘No, purtroppo noi non siamo ospiti qui. Siamo al ‘bip’ (nome di struttura limitrofa che offre servizi diversi ma che per cautela non nomino per evitare querele…). Magari stessimo qui! Beati voi…’
Già, beati noi in questo pezzo di paradiso a due passi da casa.
Proseguo e a fine giornata scendo in piscina, che non riserva grosse sorprese, se non che ora il servizio è stato potenziato ed è offerto gratuitamente a tutti gli ospiti dei bungalow.
Prima di cena lezione di balli latini.
Rebeca direttamente da L’Avana, Yulian dalla Colombia, Yanet e Gladys, riconferma della scorsa stagione, ancora da Cuba. Tutti bravissimi, ognuno con le sue peculiarità. Qui non ci si improvvisa. Il fitness infatti è affidato ad una professionista del settore, Giovanna.
Salsa cubana, portamento donna, kizomba, tango argentino. Con una insegnate dell’accademia di tango di Cuba.
Sono in un sogno?
Mi ritrovo a fare una lezione di portamento di tango che desideravo da tempo con Rebeca, col bastone dietro alla schiena per stare dritta, sembra una puntata di Fame – ve lo ricordate?- ed un capannello di curiosi che si ferma salendo dal mare.
Ballo anche la salsa con Rebeca, che mi conduce meglio di un uomo e mi dice di chiudere gli occhi. Io li apro di continuo. E lei mi rimprovera seria. ‘Chiudi gli occhi. Es por la confienza’. Scusa, non avevo capito. Qui non si usa. Però funziona. Quando danzavo a volte ci facevano chiudere gli occhi, per avere percezione del proprio corpo. Qui devi tendere le mani e lasciarti guidare. Dove, chissà? In piroette, camminate, evoluzioni. Una lezione incredibile. Dovrebbe essere obbligatorio a scuola, il ballo. Insegna così tanto della vita. Pensavo di inciampare goffa ed invece me ne torno a casa sorridendo tra me e me, contenta di essermi fidata. Una insegnate severa, ma mi dice che ho la musica dentro. Ed ora mi abbraccia sempre. Persone generose i cubani.
Yulian invece mi assicura che sono bastate due mezz’ora per spazzare via la ruggine di otto anni. Qua al villaggio mi chiamano ‘La ballerina’. Oppure ‘La signora col cappello’ per via del panama che non tolgo mai.
Mi piace. Come questo posto.
Anzi, lo sapete che questo posto lo amo profondamente e non per i complimenti che mi hanno fatto, ma per l’aria di famiglia che si respira.
Quella corsa di Simone in cucina per dire alla chef che ero felice, dice tutto, sulla gente che lavora qua e su chi li guida. Come in famiglia, che quando uno è felice corre a dirlo agli altri. Questa è una le magie di questo posto.
Incontro Paolo e Sole dopo la lezione di danza e Paolo mi dice che la stessa verve che ho nel parlare la metto nel danzare. ‘Sei una gioia da guardare’. Io li ringrazio con tutto il cuore per i bei momenti che mi regalano quando sono qui e Sole, col suo sorriso luminoso, mi dice ‘la nostra soddisfazione è vedere le persone felici. Tutto il resto è lavoro e fatica, ma ne vale la pena’.
Sì, ne vale la pena. Decisamente.
Soprattutto se non è solo il tuo lavoro, ma è la tua vita.
© Riproduzione Riservata