Cambiano gli orari dei treni e scoppia la protesta del Comitati Pendolari FR8 ACarrozza. “La coperta di FS è troppo corta per poter offrire un servizio pubblico regionale e interregionale rispondente alla domanda – spiega Rosalba Rizzuto, dal Comitato – e le politiche regionali o non sono all’altezza di governare in coerenza coi dispositivi di legge o sono al servizio di FS. Nelle varie rivisitazioni degli orari e dell’offerta dei treni, i destinatari in azione non solo non si sono impegnati a colmare i vuoti di programmazione, ma sono riusciti a creare una voragine di servizio in fascia oraria dei lavoratori e studenti, le categorie più esposte, tra le 6:00 e le 7:30 del mattino. E se ciò non bastasse, come si può leggere in calce, hanno mentito, in perfetta sintonia, circa l’impegno a ripristinare i treni notturni cancellati per lavori di adeguamento linea FL7 da giugno. Col risultato che migliaia di persone saranno danneggiate e private di tale servizio, pur avendo già pagato per esso.
In allegato pubblico una emblematica testimonianza degli appelli pervenuti, da cui è possibile misurare le ricadute sociali, economiche ed esistenziali di questa modalità di procedere. Il pubblico viaggiante – continua Rizzuto – ha diritto di essere informato in anticipo su variazioni riguardanti il contratto stipulato con l’acquisto del titolo di viaggio, mentre la prassi consiste nel trescare a sua insaputa e calare le decisioni dall’alto a cose fatte. Nelle stazioni non vengono pubblicate comunicazioni di sorta, se non di carattere commerciale o intimidatorio.
Il servizio ferroviario non può e non deve ricorrere ai bus sostitutivi per prassi.
Le ferrovie sono un bene comune e un servizio primario universale e vanno valorizzate, non sottoutilizzate per private economie utilitaristiche. Gli utili del servizio regionale e IR vanno reimpiegati nello sviluppo, laddove i binari sono rimasti unici da oltre un secolo, e nella maggior frequenza, laddove esistono buchi di servizio.
Questa politica invece dirotta i nostri soldi (e i fondi europei) sull’alta velocità e i pendolari su gomma, ad esclusivo vantaggio degli speculatori della gomma (autostrade a pagamento, Roma-Latina per non far nomi, in odor di mafia). Senza considerare le ricadute ambientali di queste sconsiderate scelte. Tutto questo è insostenibile”. In una nota indirizzata al Ministero dei trasporti, al Comitato Utenti Ferrovie Regionali e interregionali, all’Autorità trasporti, il Comitati Pendolari chiede il rispetto dell’adeguamento del servizio alle esigenze del pubblico; il rispetto del diritto di raggiungere il posto di lavoro/studio/cura (art. 120 Costituzione), utilizzando un servizio di trasporto pubblico che esiste, ma non viene efficientemente gestito; il rispetto delle persone e dell’obbligo che gli interlocutori hanno di rispondere e dare ascolto alle richieste dei cittadini che pagano il loro stipendio, e nostro malgrado, li hanno eletti; una rivisitazione degli orari e un riscontro entro il 10 dicembre. “In assenza dei quali – conclude – stavolta non subiremo muti, immobili e rassegnati l’ennesima violazione dei nostri diritti”.