Continua la mobilitazione del comitato popolare “Anzio No Biogas” contro la centrale Biogas che dovrebbe essere realizzata nella zona di Padiglione-Sacida, nelle scorse ore una nuova interrogazione è stata presentata da parte del senatore Massimo Cervellini di Sinistra Italiana che chiede a ministri dell’Ambiente e della Salute “se intendano assumere iniziative per tutelare la sicurezza ambientale e sanitaria dei cittadini“.
Il testo integrale dell’interrogazione
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare
Al Ministro della Salute
Premesso che:
nella zona di Anzio è prevista la costruzione di una centrale biogas in una zona contigua ad un quartiere residenziale;
secondo il Comitato popolare «Anzio No Biogas», la realtà ambientale di Anzio e in particolar modo della zona padiglione Sacida è particolarmente complessa e la forte antropizzazione/industrializzazione dell’area in esame complica ulteriormente la situazione;
gli inquinanti emessi dalla centrale in questione inciderebbero pesantemente e negativamente sulla popolazione interessata e, in particolar modo, sui 350 bambini (di età compresa tra i 2 anni e mezzo e i 10 anni) della scuola dell’infanzia e della scuola primaria del plesso Sacida-Spalviera sita a soli 380 metri dal luogo ove sorgerà la centrale biogas;
come definito dalla Corte europea: «Spetta alla politica stabilire il livello del rischio accettabile o non accettabile» e, ad ulteriore conferma, la Commissione europea scrive in una sua comunicazione sul principio di precauzione (COM 2002-1) «che la decisione è prettamente politica e non tecnica»;
sempre in merito alla validità del ricorso al principio di precauzione il Consiglio di Stato (C.S. – Sez. IV, 11 novembre 2014, n. 5525) ha ribadito un principio fondamentale: «il richiamato principio di precauzione fa obbligo alle Autorità competenti di adottare provvedimenti appropriati al fine di prevenire i rischi potenziali per la sanità pubblica, per la sicurezza e per l’ambiente, ponendo una tutela anticipata rispetto alla fase dell’applicazione delle migliori tecniche proprie del principio di precauzione. L’applicazione del principio di precauzione comporta dunque che, ogni qual volta non siano conosciuti con certezza i rischi indotti da un’attività potenzialmente pericolosa, l’azione dei pubblici poteri debba tradursi in una prevenzione anticipata rispetto al consolidamento delle conoscenze scientifiche, anche nei casi in cui i danni siano poco conosciuti o solo potenziali»;
per sapere
se intendano assumere iniziative normative per tutelare la sicurezza ambientale e sanitaria dei cittadini, anche alla luce degli obblighi derivanti dall’adesione all’Unione europea, con particolare riguardo ai requisiti e alle condizioni per la realizzazione di impianti per la produzione di energia.
Sen. Massimo Cervellini